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Democrazia
temi di cittadinanza
e costituzione
«L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme
e nei limiti della Costituzione»
(art. 1 della Costituzione italiana)
Racconta il grande stori-
co greco Erodoto (se­colo
v
a.C.) che l’imperatore
persiano Ciro il Gran­de
(550­-529 a.C.), preoc-
cupato dagli echi che gli
giungevano, in­viò una
delegazione a investiga-
re le aree del suo vasto
impero che si affaccia-
vano sul mar Egeo, più o meno nell’area in cui
si trovano oggi Rodi e le isole del Dodecaneso.
Al rientro della delegazione il grande impera-
tore convocò l’assemblea regale per rassicura-
re i dignitari dicendo «non preoccupatevi, si
tratta di piccoli insediamenti con un buco in
mezzo in cui ogni giorno gli abitanti si incon-
trano per litigare». Come è noto, questi pic-
coli e litigiosi staterelli, le
poleis
greche, riusci-
rono più volte a infliggere sconfitte disastrose
agli immensi eserciti persiani (490 e 480 a.C).
Come è potuto accadere?
Forse il segreto sta pro-
prio in quel “buco”,
cioè l’agorà, la piazza
pubblica, in cui gli abi-
tanti dibattono anche
in forma conflittuale le
questioni di interesse
co­mune.
Infatti in quelle comunità si metteva a punto
un modello di organizzazione politica che
oggi chiamiamo democrazia, cioè governo del
popolo. Ma chi è il popolo? Il popolo è costi-
tuito da individui che, indipendentemente
dalle loro caratteristiche individuali (belli,
brutti, ricchi, poveri, istruiti o no) hanno tutti
eguale diritto di contribuire alle decisioni
comuni. Poiché in origine le decisioni comu-
ni riguardavano la città o polis, questo diritto
Come è possibile
che le piccole
città-stato greche
abbiano sconfitto
l’immenso Impero
dei persiani?
Forse il segreto
del successo
della Grecia sta
in una “piazza”
chiamata “agorà”?
si è chiamato “cittadinanza politica”: parte-
cipano con pari dignità tutti coloro che sono
definiti come cittadini.
I modelli alternativi alla
democrazia era­­no noti
fin dalle origini, e si
chiamano “oligarchia”,
cioè governo dei pochi,
come avviene nei siste-
mi feudali in cui solo chi appartiene all’aristo-
crazia ha diritto di partecipare alle decisioni
politiche, oppure “tirannide” o “dispotismo”,
in cui il potere è affidato a una sola persona.
Si è molto discusso, fin dai tempi più lonta-
ni, dei vantaggi e svantaggi dei vari sistemi.
È chiaro che i sistemi oligarchici e dispotici
non hanno bisogno di cittadini; è sufficiente
che pos­sano contare su sud­diti, una posizione,
questa, non particolarmente soddisfacente.
Una veduta odierna dell’acropoli di Atene.
Quali modelli
alternativi
alla democrazia?
Manifesto di propaganda,
realizzato in occasione
delle elezioni politiche
italiane del 1934.
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