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Solone e il riordino della società in quattro classi
Il provvedimento più importante di Solone fu il riordino
della società sulla base del censo, che diede vita a una
timocrazia, ovvero a una costituzione in cui il potere è
nelle mani dei cittadini più ricchi.
A questo scopo suddivise i cittadini in quattro classi,
distinte in base al reddito agricolo, cioè in base alle quan-
tità di grano, di olio o di vino che le loro terre produceva-
no: i pentacosiomedimni, i cavalieri (
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), gli zeugiti e i teti.
La fine dei privilegi nobiliari
Il principio di base
del nuovo sistema era che il godimento dei diritti politici
dipendeva dal patrimonio, non dalla nascita. Coloro le
cui terre producevano di più erano obbligati a contribu-
ire in maggiore misura alle necessità dello Stato, ma in
cambio avevano un maggior peso nella vita politica.
La nuova costituzione, dunque, non concedeva a tutti
uguali diritti: le classi che traevano i propri redditi dai
commerci e in generale quelle meno abbienti rimasero
escluse dalla partecipazione alle cariche pubbliche, alle
quali erano ammessi solo i cittadini delle prime due clas-
si. La massima concessione che Solone fece al popolo fu
l’istituzione dell’
Elièa
, un tribunale popolare i cui 6000
componenti venivano estratti a sorte tra tutti i cittadini
di sesso maschile che avessero compiuto trent’anni.
dell’
areòpago
, l’organo costituzionale più caro agli ate-
niesi. Esso vigilava sull’operato dei magistrati e giudicava
i crimini più gravi. L’
Ecclesía
poteva soltanto eleggere i
magistrati ma non poteva in nessun caso prendere auto-
nomamente delle decisioni.
La crisi economico-sociale di Atene
La società ate-
niese, tuttavia, era in rapida evoluzione e i contrasti tra le
diverse classi non tardarono amanifestarsi. Fra i problemi
più gravi vi erano la durezza con la quale i nobili sfrutta-
vano i contadini e la rapacità con la quale amministravano
la giustizia, interpretando a modo loro le leggi e facendosi
corrompere con doni prima di emettere le sentenze.
Solone e la legge sui debiti
Il malcontento era giun-
to al culmine quando intervenne Solone. Questo aristo-
cratico, eletto “arbitro e legislatore” nel 594 a.C., si pro-
pose di pacificare i contrasti tra le classi alte e le classi
popolari, con lo strumento del diritto.
Con una prima legge egli cancellò i debiti dei conta-
dini, proibì che un cittadino potesse diventare schiavo
del creditore se non riusciva a pagare il suo debito (di
regola il creditore era il proprietario terriero e il debito-
re il contadino) e liberò coloro che già erano diventati
schiavi per debiti.
Legislatore
Al legislatore è attribuita
la stesura delle prime leggi di
una
polis.
Censo
è il patrimonio accertato
del cittadino che può essere
sottoposto a tributi.
I classe
II classe
III classe
IV classe
le quattro classi sociali di solone
Pentacosiomedimni
Sono i più ricchi e vengono chiamati così perché raccolgono nelle loro terre almeno cinquecento
medimni di cereali (il medimno era una unità di misura greca pari a circa 52,5 litri). Essi solo pos-
sono ricoprire lemagistrature di carattere finanziario, ossia quelle per cui è necessariomaneggiare
ingenti somme di denaro. In tal modo, se non si comportavano onestamente o se commettevano
gravi errori, potevano rimborsare la somma dovuta.
Cavalieri
Sono coloro che, come dice il nome, svolgono il servizio militare con il proprio cavallo: sono cioè
in grado di sostenere la spesa del mantenimento dell’animale e quella dell’acquisto di tutto l’ar-
mamento necessario. Formano il reparto della cavalleria.
Zeugiti
Così chiamati perché devono possedere uno
zéugos
, cioè un «giogo», e dunque una coppia di
buoi da aggiogare all’aratro per coltivare le terre.
Le più alte magistrature erano riservate ai pentacosiomedimni; alle altre potevano essere eletti
anche cavalieri e zeugíti, ma solo i cavalieri potevano divenire arconti.
Teti
Non possiedono terre e non possono essere eletti ad alcuna carica, anche se con il loro voto par-
tecipano all’elezione di magistrati appartenenti alle altre classi. Essi hanno solo l’elettorato attivo,
cioè il diritto di eleggere, e non quello passivo, cioè il diritto di essere eletti.
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