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L’Età Ellenistica: la scultura
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I rilievi dell’altare di Pergamo
presentano contrasti chiaroscurali
e drammaticità del racconto
La scultura meglio di altre forme artistiche con-
sente di cogliere le trasformazioni culturali av-
venute con l’Ellenismo: già soffermandoci sui
rilievi dell’altare di Pergamo ci si rivelano gli in-
tenti e gli svolgimenti dell’arte ellenistica.
Sul basamento dell’altare di Pergamo, entro
cornici aggettanti, vi è un fregio di dimensio-
ni grandiose (alto 2 metri e lungo più di 120),
comunemente denominato «Grande Fregio»
con scene della Gigantomachia (
Figg. 24 e 25
);
inoltre, lungo il bordo superiore del muro del
porticato, vi è un fregio di grandezza inferiore,
il «Piccolo Fregio», che raffigura, con una com-
posizione narrativa continua, le storie di Telefo,
figlio di Eracle e mitico fondatore di Pergamo.
Appare evidente il programma di propaganda
politica dei fregi: la lotta degli dèi contro i Gi-
ganti alludeva infatti alla vittoria della civiltà
contro il caos, con i Giganti assimilati ai Gàlati;
le storie di Telefo, sottolineavano la volontà del
re Eumene di essere considerato un discenden-
te diretto di una progenie divina, in quanto Era-
cle era figlio di Zeus.
Nel fregio maggiore le figure si stagliano ad
altorilievo, raggiungendo spesso effetti di tut-
totondo, colte in un movimento continuo ed
esagitato, privo di un ritmo regolare. Una carat-
teristica peculiare e innovativa è il forte contra-
sto chiaroscurale (ottenuto anche grazie all’uso
del trapano, uno strumento capace di produrre
profondi fori e sottoquadri, cioè incavi rientran-
ti sotto la superficie del marmo), che crea effetti
di drammaticità e d’intensa espressività parti-
colarmente accentuati nei volti deformati dallo
sforzo o dal dolore.
La complessità della composizione, la teatrali-
tà dei gesti dei protagonisti, l’intrico dei corpi
lungo linee diagonali che corrono su piani so-
vrapposti, le espressioni contratte dei volti si
accompagnano alla precisa definizione dei par-
ticolari, come nei panneggi colpiti da un vento
violento o nell’incavo profondo degli occhi dei
Giganti. Delle varie raffigurazioni del fregio, la
più famosa è quella che ritrae Atena in lotta con
il gigante Alcioneo (
Fig. 26
), in cui le due figu-
re si impostano su linee compositive diagonali
divergenti e in cui il panneggio è determinante
per creare un effetto di chiaroscuro (
Fig. 27
).
Nel fregio minore gli episodi sono ambientati in
modo accurato e preciso: le figure si dispongo-
no su piani diversi e compaiono elementi della
natura, mentre la scansione delle immagini, che
nella parte alta sviluppano dimensioni ridotte
rispetto a quelle delle zone inferiori, permette il
raggiungimento di un effetto prospettico.
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Figg. 24-25
- Firòmaco e collaboratori, particolare dal fregio nord
con la Gigantomachia dall’altare di Pergamo, marmo, altezza 230 cm,
166-156 a.C. ca.; Berlino, Pergamon Museum.
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