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il consiglio di Epicuro per un «vivere appartato»,
alla ricerca della felicità nella serenità interiore. La
poesia coltivò tematiche come l’amore, il dolore, la
vita e la morte. Un simile contesto trova spiegazio-
ne anche in un mutamento sensibile nelle forme di
committenza, ora quasi esclusivamente appannag-
gio delle dinastie regnanti.
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Nell’Età Ellenistica si diffondono l’eclettismo
e un’alta cultura scientifica
Le arti conobbero l’eclettismo, cioè la tendenza a
mescolare e contaminare tra loro elementi apparte-
nenti a generi, stili e ambiti diversi.
Nell’arte, in generale, l’Età Ellenistica si contrap-
pose allo stile della classicità: laddove quest’ultimo
mirava a creare strutture ordinate e ideali per rap-
presentare la realtà, l’Ellenismo piegò il linguaggio
formale classico verso esiti decorativi, verso il vir-
tuosismo e la diversificazione del repertorio tema-
tico e figurativo.
Se Atene era stata il fulcro culturale e artistico
dell’Età Classica, in epoca ellenistica lo stesso ruo-
lo venne svolto da Alessandria d’Egitto (
Figg. 5 e 6
),
sviluppatasi rapidamente sotto il regno di Tolomeo I
(323-285 a.C.).
e
Fig. 6
- Ricostruzione
del Faro d’Alessandria
secondo l’archeologo
tedesco A. Thiersch (1909).
Ad Alessandria viene fondata la scienza sperimentale
Una recente e attenta riconsiderazione della storia della scienza ha messo in evidenza
che il concetto stesso di scienza, così come noi lo conosciamo e lo utilizziamo, è na-
to con la cultura ellenistica. In particolare, un illustre fisico italiano, Lucio Russo, ne La
rivoluzione dimenticata (Feltrinelli, 2003), ha dimostrato che furono gli studiosi con-
centrati attorno al Museo di Alessandria a sviluppare pienamente la consapevolezza
che la scienza non si fonda su idee indimostrabili o su pregiudizi, ma sull’applicazione
del metodo sperimentale. Quella che noi chiamiamo «scienza moderna», datandone la
nascita a cavallo tra il XVI e il XVII secolo, era già presente quasi duemila anni prima
grazie alle attività fondate sul metodo sperimentale da Euclide (IV-III secolo a.C.), Ar-
chimede (287-212 a.C.), Erofilo di Calcedonia (IV-III secolo a.C., fondatore della medi-
cina scientifica), Eratostene (275-195 a.C., il primo matematico che fornì una misura
straordinariamente precisa del meridiano terrestre), Aristarco di Samo (IV secolo a.C.,
ideatore dell’astronomia eliocentrica).
Eratostene in particolare fu il fondatore della geografia: un contributo che non è l’isola-
ta intuizione di un genio, ma il risultato di un grande sforzo dello Stato nel sostenere la
ricerca di un eccezionale gruppo di studiosi qual era quello alessandrino. La misura del
meridiano terrestre, indispensabile per la realizzazione di carte geografiche attendibi-
li, era stata infatti un’impresa finanziata dal Regno tolemaico dell’Egitto. L’ultimo gran-
de discendente della tradizione scientifica alessandrina fu Claudio Tolomeo (138-180
d.C.), astronomo cui si deve il sistema tolemaico eliocentrico, basato sulla credenza
che il Sole sia l’astro fisso al centro dell’universo, attorno al quale ruotano i pianeti. Una
concezione che, dopo secoli di oblio, fu riscoperta agli inizi del XV secolo d.C., aprendo
la strada alle successive scoperte geografiche e alla nascita dell’astronomia moderna.
Arte e scienza
Il Faro di Alessandria
Nei pressi della città vi era un’isoletta chiamata Faro. Sulla sua superficie fu edificata
una torre alta circa 70 metri che prese il nome dall’isola.
Il Faro di Alessandria fa parte dell’elenco delle sette meraviglie del mondo antico.
Un enorme specchio concavo, posto sulla sua sommità, rifletteva la luce emanata
da un fuoco acceso e alimentato a legna, visibile dalle navi a 50 chilometri di distanza.
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