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Palazzo Rosso
deve il suo nome al colore dell’into-
naco
(2)
; fu edificato tra il 1671 e il 1677 per Ridolfo
e Giovan Francesco Brignole-Sale, due fratelli che,
avendo pari dignità, richiesero al progettista, Pier
Antonio Corradi, di raddoppiare il piano nobile se-
condo il modello già sperimentato in una casa edi-
ficata su Strada Balbi, l’altro nevralgico asse viario
di Genova, aperto nel Seicento per la famiglia Bal-
bi. Oggi l’aspetto originario di Palazzo Rosso, con-
vertito a sede museale, risente dei gravi danni inferti
dalle bombe della Seconda Guerra Mondiale, prima
del restauro di Franco Albini negli anni Cinquanta
del Novecento. All’interno conserva un vasto ciclo
di affreschi di Gregorio de Ferrari (1644/47-1726),
pittore genovese che dipinse le sale della Primavera
e dell’Estate
(3)
. Questo è uno degli esempi più signi-
ficativi dell’importante capitolo della grande deco-
razione barocca, che a Genova raggiunse uno dei li-
velli di maggiore opulenza e splendore scenografico
e cromatico della pittura seicentesca italiana.
Palazzo Bianco
(4)
, costruito tra il
1530
e il
1540
dai
Grimaldi, verrà riedificato nel 1711. Insieme a Pa-
lazzo Rosso, fa parte di un complesso che ospita ca-
polavori della pittura italiana e fiamminga, tra cui di-
pinti di Bernardo Strozzi, un pittore che risente in
un certo senso del naturalismo caravaggesco, ma che
subisce anche l’influenza della pittura veneziana. Il
suo quadro di genere più famoso è
La Cuoca
(5)
, che
manifesta puntuali riferimenti alla pittura fiammin-
ga di interni; così il quadro di soggetto biblico, con
Giuseppe spiega i sogni
(6)
. L’influsso della cultura
fiamminga a Genova si spiega alla luce degli assidui
contatti commerciali con le Fiandre. A questo pro-
posito, di particolare importanza è il passaggio, av-
venuto a più riprese entro il 1607, del pittore anver-
sese Peter Paul Rubens, autore di un fondamentale
testo illustrato intitolato
I Palazzi di Genova
(1622),
dove sono descritte molte dimore gentilizie della cit-
tà. Rubens, al pari di Anton Van Dyck, fu chiama-
to a eseguire i ritratti di alcuni patrizi genovesi, ol-
tre ad alcuni quadri sacri.
Nel XVII secolo vennero completati i cantieri del-
la chiesa del Gesù e della Santissima Annunziata
del Vastato, dedicata a San Francesco del Guasta-
to, quest’ultima di fondazione medievale ricostruita
nel Cinquecento (la facciata è ottocentesca). La de-
corazione interna, così come si presenta oggi, è frutto
degli interventi promossi dopo il Concilio di Trento,
in particolare dopo il 1615, quando la chiesa assun-
se un fastoso aspetto barocco, grazie all’impiego di
marmi, pietre e stucchi, e di un consistente appara-
to pittorico
(6-7)
.
6
7
6
Bernardo Strozzi,
Giuseppe spiega i sogni
, 1620,
olio su tela, cm 182 x 112. Genova, Collezione
privata.
7
Santissima Annunziata del Vastato, navata cen-
trale, XVII secolo. Genova.