46
do D’Andrade (direttore alla Conservazione dei mo-
numenti in Piemonte e Liguria), e la cattedrale di San
Lorenzo. Fu fondata alla fine dell’XI secolo, oggi si
presenta nelle forme consuete del Duecento, rinno-
vata sul modello delle cattedrali francesi per compe-
tere con Pisa, l’eterna rivale.
Il momento di più alto
rigoglio artistico
della città
ha inizio nel
XVI secolo
, quando alcune famiglie lo-
cali, titolari degli istituti di credito da cui dipendeva-
no la corona di Spagna, la Curia romana e altri Sta-
ti europei, concentrano nelle proprie mani immense
ricchezze. In questo clima di profondo rinnovamen-
to edilizio, rinfocolato dalla presenza dell’architet-
to perugino Galeazzo Alessi, sotto il dogato di Lu-
ca Spinola matura il progetto di Strada Nuova (oggi
via Garibaldi), concepita come un illustre
prospet-
to per i palazzi nobiliari
(1)
. L’asse viario rettilineo di
Strada Nuova, ricavato su terreni espropriati e lot-
tizzati, costituisce una vera e propria novità urbani-
stica in una città che fino ad allora aveva mantenuto
la struttura medievale. Nel 1568 Giorgio Vasari scri-
ve che «in niuna altra città d’Italia trovasi una stra-
da più di questa magnifica e grande, né più ripiena
di ricchissimi palazzi».
I lavori di Strada Nuova iniziano nel
1551
con l’archi-
tetto ticinese Bernardino Cantone (attivo tra il 1537 e
il 1572) e continuano con Giovanni Battista Castello
detto il Bergamasco (Gandino, ca. 1509 - 1569), cui
si deve, oltre al completamento della dimora di To-
Se da un lato non può che apparire riduttivo circo-
scrivere la trattazione su
Genova, la “Superba”
, alle
sole testimonianze del suo secolo d’oro, cioè il pe-
riodo compreso tra Cinque e Seicento, dall’altro,
l’analisi dell’articolata stratificazione culturale che
la connota inizia nel Medioevo, epoca in cui la cit-
tà spiccava tra le più prestigiose potenze marittime
del Mediterraneo.
Petrarca nel 1358 descrive una «città imperiosa, co-
ronata da aspre montagne, superba per uomini e per
mura, signora del mare». L’agglomerato urbano, svi-
luppato in origine attorno alla zona elevata di Castel-
lo, si dipana infatti sul colle grazie all’intrecciarsi di
stretti vicoli che conducono fino al mare.
Le numerose
testimonianze medievali
rivelano trac-
ce dell’antico splendore genovese: dal complesso di
Sant’Agostino, che conserva il Monumento funera-
rio di Margherita di Brabante di Giovanni Pisano,
alla chiesa di Santa Maria di Castello, la cui facciata
pesantemente restaurata tra Otto e Novecento na-
sconde un interno straordinariamente ricco di pittu-
re (
Annunciazione
, affresco di Giusto di Ravensburg,
1451) e sculture, tra cui la tomba di Jacopo da Vara-
gine, autore della
Legenda Aurea
che ha ispirato ge-
nerazioni di artisti intenti a raffigurare le vite dei san-
ti. Questa rapida rassegna tocca anche Palazzo San
Giorgio, costruito nel 1260 su iniziativa di Gugliel-
mo Boccanegra quale sede del Capitano del Popolo,
molto restaurato nell’Ottocento dall’architetto Alfre-
3
1
Veduta di Strada Nuova a
Genova, oggi via Garibaldi.
2
Palazzo Rosso, edificato
tra il 1661 e il 1667.
3
Gregorio De Ferrari,
Sala
dell’Estate
, particolari degli
affreschi, dal 1679. Genova,
Palazzo Rosso.