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cento nelle accademie scientifiche di tutta Europa si
diffondono le sperimentazioni pubbliche, intese co-
me veri e propri spettacoli teatrali: una rappresenta-
zione delle certezze che la scienza andava via via ac-
quisendo e che l’arte testimonia con Rembrandt
(2)
.
Il secolo XVII rappresenta l’epoca d’oro dei gabi-
netti scientifici, dove progressivamente il collezioni-
smo erudito di origine rinascimentale cede il passo
alle esigenze del metodo sperimentale.
Si diffonde l’uso di strumenti scientifici di precisione
e nascono in tutta Europa importanti raccolte per lo
studio della filosofia naturale. In questo campo l’Ita-
lia vanta un primato nel teatro di fisica sperimenta-
le di Giovanni Poleni a Padova, tra i più importan-
ti esempi del genere.
zione milanese di
Manfredo Settala
(1600-1680; oggi
suddivisa tra la Pinacoteca Ambrosiana e il Museo di
Scienze Naturali di Milano), definita da un viaggia-
tore del Seicento, «un abisso di curiosità e rarità».
Il Museo Kircher a Roma
Altro straordinario esempio di gabinetto scientifico
di età barocca è quello istituito nel 1651 dal padre
gesuita
Athanasius Kircher
, disperso nel 1773 in se-
guito allo scioglimento della Compagnia di Gesù.
Per avere un’idea della vastità e complessità del mu-
seo kircheriano basti pensare che i suoi materiali rap-
presentano il nucleo fondante di importanti musei
odierni, quali le raccolte archeologiche del Museo
Nazionale Romano e quelle preistoriche ed etnogra-
fiche del Museo Pigorini a Roma. La raccolta di Kir-
cher aveva sede nel palazzo del Collegio Romano ed
era l’esemplificazione della catalogazione enciclope-
dica che diversi gesuiti, compreso lo stesso Kircher,
andavano compilando a quei tempi.
Le collezioni del gesuita rispondevano a criteri baroc-
chi di estetica e morale: la rappresentazione dell’or-
dine e della meraviglia della natura è concepita ad
majorem Dei Gloriam
.
Il Museo cartaceo di Cassiano dal Pozzo a
Roma
Un posto di riguardo merita la figura di Cassiano
Dal Pozzo (Biella, 1588 - Roma, 1657), personalità
di primo piano nella Roma del Seicento. Scienziato,
archeologo, grande collezionista mosso da passioni
antiquarie e nel contempo scopritore e mecenate di
giovani talenti, tra cui si ricordano almeno Gian Lo-
renzo Bernini, Alessandro Algardi, Pietro da Cortona
e Nicolas Poussin, il Dal Pozzo è consulente della fa-
miglia Barberini e per quasi cinquant’anni ricopre la
carica di ministro delle arti e della cultura per la San-
ta Sede. Egli stesso medico, indaga ogni aspetto del
«Gran Teatro della natura», frequentando il giovanis-
simo Galileo e usando, tra i primi a quell’epoca, stru-
menti scientifici come il telescopio e il microscopio.
L’Accademia scientifica di Federico Cesi
a Roma e Galileo
Con orientamenti più specificamente scientifici e di
studio vennero invece formate le raccolte annesse al-
le accademie scientifiche. Prima in ordine cronologi-
co e di importanza quella di Federico Cesi dell’Acca-
demia dei Lincei a Roma (1603) alla quale nel 1611
sarà iscritto anche Galileo.
Mentre è tutt’altro che immediato collegare il me-
todo scientifico di Galileo all’arte figurativa, è assai
più verosimile trovare una corrispondenza tra i molti
soggetti ispirati alla scienza e il dilagare del pensiero
e delle scoperte galileiane. Nell’affresco del pittore
toscano Ludovico Cardi detto il Cigoli (Cigoli, 1559
- Roma, 1613) raffigurante l’Immacolata Concezione
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ed eseguito nel 1610 in Santa Maria Maggiore, è
visibile il particolare della luna con la rappresenta-
zione delle macchie individuate da Galileo. L’affre-
sco è pertanto uno straordinario documento di co-
me la scienza galileiana lasciò traccia di sé anche in
un ambiente ecclesiastico romano, qual era la basilica
di Santa Maria Maggiore a Roma. Nel corso del Sei-
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3
Ludovico Cardi detto il Cigoli,
Immacolata Concezione
, 1610
ca, affresco. Roma, Santa Maria Maggiore, cappella Paolina. Par-
ticolare della cupola.
Nell’affresco è visibile il particolare della luna con la raffigurazio-
ne delle macchie scoperte da Galileo di cui egli tratta nel
Sidereus
nuncius
(1610). L’opera documenta l’attenzione degli artisti alle
novità acquisite dalla nuova scienza.
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Sfera armillare, XVII secolo, ottone, diametro cm 21, altezza
cm 35. Firenze, Istituto e Museo di Storia della Scienza.
In questa sfera tolemaica la terra è rappresentata da un globetto
di ottone attraverso il quale passa l’asse.
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