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Salvator Rosa e il paesaggio selvaggio
Una nuova interpretazione di tipo sentimentale
e soggettivamente ispirata della natura, di sapo-
re quasi preromantico, è offerta invece dal napo-
letano
Salvator Rosa
(Napoli, 1615 - Roma, 1673).
Pittore maledetto
ante litteram
, poeta e scritto-
re anche di una bellissima autobiografia, Rosa fu
una personalità in aperto disaccordo con la cultu-
ra accademica, incline a un atteggiamento filoso-
fico improntato allo stoicismo. Il suo sguardo ri-
volto alla natura è carico di commozione e le sue
preferenze vanno a un
paesaggio vergine e selvag-
gio
, dove l’elemento naturale soggioga l’uomo, at-
testando così la sua superiorità sul genere uma-
no e insinuando in esso il sentimento dell’eternità
dell’universo.
Nelle tele di Salvator Rosa, in una natura in cui pre-
vale un’
orrida bellezza
, vivono
figurine d’invenzio-
ne
, tratteggiate con rapide e spumeggianti pennel-
late. In una delle sue opere, il
Paesaggio con soldati
e cacciatori
(63)
, l’episodio, impersonato da poche
minuscole figure, si svolge in uno scenario selvag-
gio, con rami secchi, tronchi nodosi, nude rocce,
dirupi scoscesi che fanno da quinta a un cielo ca-
rico di nubi minacciose.
61
Rembrandt van Rijn,
Paesaggio con ponte di pietra
, 1636 ca, olio su tavola, cm 29,5 x 42,5. Amster-
dam, Rijksmuseum.
62
Jacob van Ruisdael,
Il castello di Bentheim
, 1653, olio su tela, cm. 110,5 x 144. Dublino, National Gal-
lery of Ireland.
63
Salvator Rosa,
Paesaggio con soldati e cacciatori
, 1670 ca, olio su tela, cm 142 x 193. Parigi, Musée
du Louvre.
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