onori del duca di Mantova, Ferdinando Gonzaga,
nelle cui collezioni può ammirare i dipinti di
Ru-
bens
. In particolare due delle commissioni romane
per il Ludovisi si possono considerare come pietre
miliari del Barocco maturo: i bellissimi soffitti per
il Casino Ludovisi raffiguranti l’
Aurora
(53)
e la
Fa-
ma
del 1621 e la colossale
Sepoltura e Assunzione
di Santa Petronilla
(56)
, ultimata nel 1623 per un al-
tare di San Pietro.
Sepoltura e Assunzione di Santa Petronilla
Guercino prende
spunto dal Caravaggio
nel conce-
pire l’
audace scorcio
della scena in primo piano, con
il potente realismo delle due immense mani sorreg-
genti il corpo della Santa e i colori scuri che conno-
tano il momento della sepoltura. L’effetto sembra
anticipare l’
illusionismo barocco
: infatti lo spetta-
tore è virtualmente posto accanto al becchino nel-
la fossa su cui incombono le gigantesche figure in
primo piano. Questa sensazione era esaltata nella
collocazione originaria della pala sopra il sepolcro
della martire. È evidente che per riuscire a compren-
dere la
potenza scenografica
di quest’opera bisogna
collocarla, immaginativamente, nella sua sede ori-
ginaria, cioè negli spazi di San Pietro.
Tra ideale classico e Barocco
Il Guercino
(Cento, 1591 - Bologna, 1666)
Giovanni Francesco Barbieri
, soprannominato
Guercino
a causa del suo strabismo, è l’unico dei
pittori emiliani del primo Seicento a non frequen-
tare l’Accademia degli Incamminati. Ciononostan-
te la sua formazione avviene innanzitutto a partire
dalla
Sacra Famiglia e San Francesco
che Ludovico
Carracci aveva inviato a Cento, cittadina tra Fer-
rara e Bologna, proprio nell’anno in cui vi nasce
il Barbieri.
«Mostro di natura»
È lo stesso Ludovico, quasi trent’anni più tardi, a
definirlo «mostro di natura e miracolo da stupire».
Fedele alla pratica disegnativa dei Carracci, Guer-
cino arriva a fondare un’accademia del nudo a Cen-
to, che sarà piuttosto popolare. Il trasferimento a
Bologna
e il contatto con il cardinal Ludovisi, futu-
ro papa Gregorio XV, gli aprono la strada per
Ro-
ma
, non prima di aver subito la seduzione dei ve-
neti, di Dosso e del Correggio, e di aver ricevuto gli
53
Guercino,
Aurora
, 1621. Ro-
ma, Casino Ludovisi. Affresco
del soffitto.
•
Le ardite e libere
strutture del paesaggio
fanno da contrappunto
cromatico e formale
alle architetture dipinte.
•
Il brano dei cavalli
impetuosi colti con un
difficilissimo sottinsù
e plasmati da sapienti
contrasti di luce e
ombra più di altri
raccolse l’ammirazione
dei contemporanei.
•
La presenza delle nubi
contrastate nei gialli e
nei bruni contribuisce a
dare drammaticità alla
scena. L’inserimento dei
toni neri e l’impiego di
una tecnica “a macchia”
accentuano gli effetti
luministici che, a loro
volta, esaltano il ritmo
e il movimento della
composizione.
•
La versione del Guercino è personalissima e trasforma radicalmente il modello del Reni
(54)
.
La personificazione dell’Aurora conduce il carro che segnala il sopraggiungere dell’alba.
L’immagine è allegorica: l’alba che sta per sorgere è quella di una nuova età di splendore
per la famiglia Ludovisi, committente dell’opera.
•
Le architetture prospettiche fortemente scorciate, realizzate
dal quadraturista Agostino Tassi, creano una tipica veduta
“a cannocchiale”: è la stessa architettura dipinta che “spinge”
verso l’alto, in una profondità lunghissima, l’intera composizione.
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Tra ideale classico e Barocco: il Guercino