Il Seicento: tra naturalismo e ideale classico
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Guido Reni, il Domenichino, Giovanni Lanfranco
La cupola di Sant’Andrea della Valle a Roma
L’affresco della cupola della chiesa teatina di Sant’An-
drea della Valle a Roma attesta tutti i caratteri che di-
stinguono Lanfranco dal suo eterno rivale, Domeni-
chino. A Lanfranco venne assegnato l’ampio spazio
della tazza, un’impresa immane, 620 mq di superfi-
cie, che portò a termine tra il
1625
e il
1628
.
Il lungo e approfondito studio, nel quale egli recu-
pera sia i ricordi giovanili delle cupole del Correggio
sia le più recenti esperienze romane da lui compiu-
te in altre chiese della città, sfocia in un’opera con-
dotta ricorrendo a uno strabiliante sperimentalismo
tecnico ed esecutivo. Il soggetto, l’
Assunzione del-
la Madonna nella gloria del Paradiso
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, si svilup-
pa con un
dinamismo
quasi
tumultuoso
dal vertice
occupato da Cristo trionfante, protagonista dell’in-
tera composizione. La scala gerarchica dei perso-
naggi è definita dal variare delle gamme cromati-
che e dal decrescere verso l’alto delle figure
(50)
.
Il connubio tra patetismo e tardomanierismo verrà
superato nell’
Assunzione di Santa Maria Maddale-
na
(48)
, una delle
più celebri tele
del ciclo realizza-
to tra il 1616 e il 1617, per il camerino degli Eremi-
ti, su commissione del cardinale Odoardo Farnese.
La composizione si fonda su una
concezione spa-
ziale audace
, molto moderna per il punto di vista
rialzato, al colmo dell’orizzonte che si spalanca nel-
la prospettiva a volo d’uccello del panoramico pa-
esaggio, e che evoca la campagna romana costella-
ta di laghi vulcanici.
Nello spazio aperto in cui vive l’intenso
contrasto
cromatico dei bruni
del primo piano e delle fredde
gamme dei blu nell’arretramento del fondo si libra
il corpo della Maddalena, sorretta da putti; e nel suo
volare alto lascia allo sguardo dell’osservatore la li-
bertà di scorrere su quel paesaggio che nel suo to-
nalismo ricorda quelli veneti e nelle ombre azzur-
rine gli sfondi di Correggio.
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