Il Seicento: tra naturalismo e ideale classico
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L’idea del bello e i suoi interpreti
della “
historia
”, la narrazione dei fatti; esaltare
le azioni eroiche; comunicare nobili sentimenti;
non tradire il decoro delle forme e dei contenuti
morali, concetto che implica, per Bellori, il rifiu-
to di qualsiasi deformazione o di apparente for-
zatura espressiva.
Azioni eroiche, nobili sentimenti
Si devono recuperare forme e gesti improntati a
classica misura; colori veri che non siano ecces-
sivamente contrastati, ma nemmeno tenui; con-
ferire significativo impegno alla pratica del dise-
gno, esercitata nel copiare le sculture antiche che
abbondavano nelle raccolte romane, da quando
gli scavi avevano fatto affiorare molto materia-
le e l’archeologia era diventata disciplina, come
avevano fatto
Annibale Carracci
e, soprattutto,
Nicolas Poussin
.
Nel
1601
era tornato alla luce un affresco d’età
augustea rappresentante una cerimonia nuziale:
le cosiddette
Nozze Aldobrandini
(41)
. Venne su-
bito additato come il modello per eccellenza, per
un duplice motivo: per il pacato ordine compo-
sitivo e per la moralità degli umani affetti. I con-
cetti basilari del Bellori trovavano completa sod-
disfazione in quest’opera bellissima.
Le
Vite de’ pittori, scultori ed architetti
moderni
Per non congelare in una pura teoria l’idea del bel-
lo, il Bellori pubblica nel
1672
le
Vite de’ pittori,
scultori ed architetti moderni
, dodici biografie d’ar-
tisti, esemplate su quelle del Vasari. Alcuni di loro
vengono ammirati perché capaci di “unire l’idea e
la natura”, fra questi
Annibale Carracci
.
Pur non comprendendo l’arte olandese e fiammin-
ga, di
Pierre Paul Rubens
(p. 450), che nel 1601
aveva eseguito tre tavole già in Santa Croce a Ge-
rusalemme e nel 1607 tre grandi pale d’altare su
ardesia in Santa Maria della Vallicella a Roma
(44)
,
l’erudito dà un giudizio nettamente positivo: «Eb-
be egli natural dono, spirito vivo, ingegno univer-
sale ... era efficace nelle azzioni ed in esse esprime-
va ed animava li moti e gli affetti».
A
Nicolas Poussin
(43)
, grande pittore francese,
attivo a più riprese anche a Roma nell’arco di un
trentennio (p. 447), il Bellori riconosceva l’asso-
L’idea del bello e i suoi interpreti
Giovan Pietro Bellori
(Roma, 1613-1696)
Tra le ragioni del precoce declino della fortuna
del Caravaggio non ultima fu la svolta impressa
alle arti dal ritorno alla
celebrazione ideale della
bellezza classica
, anticipata da Annibale Carrac-
ci e definitivamente affermata già nel secondo e
terzo decennio del Seicento.
L’epicentro delle nuove tendenze si registra, co-
me ormai di consueto, a
Roma
.
Giovan Pietro Bellori
(42)
riveste un
ruolo
davve-
ro
trainante sugli artisti
a lui contemporanei, de-
terminando una vera e propria linea del gusto.
Erudito, archeologo, antiquario – da intendersi
radicalmente come studioso delle antichità – col-
lezionista e consulente a sua volta di molti colle-
zionisti, commissario delle Antichità pontificie
dal 1670, Bellori vive e svolge la sua multiforme
attività nella Roma dei pontefici, da Paolo V a In-
nocenzo XII. La sua teoria dell’idea del bello si
enuncia in un discorso tenuto nel 1664 all’Acca-
demia di San Luca, nel quale egli recupera il
va-
lore della bellezza classica
, come antidoto contro
le presunte deviazioni del Manierismo.
Imitare una natura “emendata”
Per il Bellori l’arte è sì imitazione della natura,
ma di una natura “emendata”, cioè corretta dai
suoi difetti, passata al
filtro di un’idea purifica-
trice
, non essendo la natura, di per sé, priva di
aspetti bassi. L’idea consiste in una
sublimazio-
ne della realtà
: è nella loro mente che i maggio-
ri artisti formano un esemplare ideale di bellez-
za e su questo “emendano”, correggono ciò che
vedono in natura e, facendo ciò, la superano in
bellezza. A questo scopo essi si avvalgono di due
modelli: la
tradizione classica
, testimoniata dalla
scultura antica, e l’opera di
Raffaello
, sommo in-
terprete dell’equilibrio classico.
L’artista deve innanzitutto operare una selezione
dei soggetti da trattare. I soggetti devono ottem-
perare al principio della verosimiglianza, stori-
ci, mitologici o sacri che siano; essere eloquen-
ti nel “racconto figurato”, cioè nello svolgimento
41
Le nozze Aldobrandini
, età
augustea, dipinto su intonaco,
cm 92 x 242. Città del Vaticano,
Musei Vaticani.
42
Carlo Maratta,
Ritratto di
Pietro Bellori
, 1672-73, olio su
tela, cm 97 x 72. Roma, Colle-
zione privata.
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