l e t t u r a
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o p e r a
La separazione dei Santi Pietro e Paolo
di Giovanni Serodine
Non è nota la data di nascita di Giovanni Serodine,
pittore d’Ascona in Canton Ticino, appartenente a
una famiglia di scultori e stuccatori. Come pittore si
formò a Roma e la sua prima opera documentata è un
affresco del
1623
a Spoleto. Nei suoi quadri, esegui-
ti per alcune chiese di Roma e per committenti pri-
vati, l’adesione alla
lezione di Caravaggio
si manife-
sta in un penetrante approfondimento dei
temi sacri
,
che vengono interpretati alla luce di una tensione rea-
listica, in base alla quale gli episodi narrati sembrano
riportati al presente.
Dal punto di vista della
tecnica
i suoi dipinti sono ca-
ratterizzati da pennellate cariche di colore, concitate,
attraversate da lumi improvvisi e lampeggianti, che
mettono in risalto le parti nevralgiche delle scene raf-
figurate, sempre concepite sulla spinta di una trasci-
nante fantasia d’invenzione. Per questi motivi è giusto
considerare Serodine
un innovatore
, artefice di uno
stile nuovo, difficile da far risalire a precisi ascenden-
ti, e tale forse da aver incuriosito un artista del calibro
di Velázquez, che compì due viaggi a Roma anche per
conoscere cosa vi si prospettava sul piano dell’arte.
ARoma
Serodine eseguì tre tele per i marchesi Mattei,
uno dei quali, alcuni anni prima, era stato committente
di Caravaggio. Le tre tele di Serodine rappresentano
Il
tributo della moneta
,
Cristo fra i dottori
e la
Separazione
dei Santi Pietro e Paolo condotti al martirio
. Quest’ulti-
mo dipinto si ispira a un episodio nel quale i principi
degli Apostoli sono ritratti nell’estremo saluto, prima
del martirio. Il pittore fissa i loro volti in un fotogram-
ma di estrema
potenza psicologica
. Pietro e Paolo so-
no attorniati da una soldataglia assetata di sangue. Pie-
tro volge le spalle all’osservatore, mentre un soldato
lo strappa da Paolo, che un altro aguzzino sta per col-
pire col bastone. Un altro suona la tromba, paonaz-
zo di furore. Serodine non edulcora i fatti, invece de-
scrive l’incontro-separazione con tremendo realismo.
Nello sguardo dell’Apostolo delle Genti leggiamo
un’espressione penetrante, né d’ira, né di timore, ben-
sì d’intesa fra due martiri. In questo sguardo infuoca-
to si concentra un’intera vita, da quando Paolo perse-
guitava i cristiani, a quando non si sottrasse alla morte
per Cristo. Nessuno quanto Serodine riuscì a coglie-
re la
verità del messaggio caravaggesco con libertà
e
con una capacità di osservazione e di attenzione al rac-
conto che spesso i seguaci più o meno diretti di Ca-
ravaggio non riuscirono a percepire. In questo senso
egli è forse
il più originale
fra i pittori caravaggeschi.
ch i av i
d i
l e t t ura
•
Il frutto della lezione
di Caravaggio può esse-
re colto nella capacità di
rappresentare il punto di
estrema concentrazione
drammatica della vicen-
da, l’istante nel quale i
due protagonisti – circon-
dati da una grande conci-
tazione – si fissano negli
occhi e si scambiano l’ul-
tima stretta di mano.
1
Giovanni Serodine,
La separa-
zione dei Santi Pietro e Paolo con-
dotti al martirio
, 1625-26 ca, olio
su tela, cm 144 x 220. Roma, Gal-
leria Nazionale d’Arte Antica in
Palazzo Barberini. Particolare.
2
Giovanni Serodine,
La separa-
zione dei Santi Pietro e Paolo con-
dotti al martirio
, 1625-26 ca, olio
su tela, cm 144 x 220. Roma, Gal-
leria Nazionale d’Arte Antica in
Palazzo Barberini.
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