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poli. Durante questo secondo soggiorno napoleta-
no non ebbe vita facile. Lo inseguivano i cavalie-
ri di Malta, gli stessi che l’avevano fatto gettare nel
carcere della Valletta. Raggiunto, il Caravaggio fu
sfregiato e l’orrendo segno della ferita in volto com-
pare, con puntuale allusione, sulla fronte di
Golia
,
che è un autoritratto, nel
Davide
(30)
oggi alla Gal-
leria Borghese.
Il dipinto è
quasi monocromo
; la materia pittori-
ca ha perso la sua evidenza. Un senso di amarez-
za si delinea nell’espressione di Davide, più vin-
to che vincitore.
L’ultima opera compiuta a Napoli è il
Martirio di
Sant’Orsola
(29)
, quadro
cupo e offuscato
dalle cat-
ta, con le braccia aperte come quelle di Cristo
in croce, interpretando l’episodio evangelico co-
me prefigurazione della morte e resurrezione di
Cristo. Il dipinto è in cattivo stato di conserva-
zione, per la fretta con cui fu realizzato; la pelli-
cola pittorica è molto consunta e lascia trapela-
re la preparazione.
Di nuovo a Napoli (1609-1610)
Le cattive condizioni ne accrescono la
forza
che
si concentra nel volto spiritato della figura di sini-
stra, ancora un autoritratto, il cui sguardo non ri-
esce a incrociare quello di Cristo.
Il Merisi, lasciata presto l’isola, fece ritorno a Na-
26-27
Caravaggio,
Decollazione di
San Giovanni
, 1608, olio su tela, cm
361 x 520. La Valletta (Malta), Co-
cattedrale italiana. Tela intera e par-
ticolare della testa di Giovanni.
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Caravaggio,
Resurrezione di
Lazzaro
, 1608-1609, olio su tela,
cm 380 x 275. Messina, Museo
Regionale.
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