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Caravaggio partecipe dei fatti
Per conferire verità storica a quanto raffigurato,
Caravaggio vuol essere partecipe dei fatti e
si auto-
ritrae
nella persona che assiste curiosa al martirio,
nello sfondo della scena a sinistra. Nella
Vocazione
Matteo è il personaggio in abiti moderni che pun-
ta il dito in simultanea coincidenza con la chiamata
di Cristo. Alcuni dei presenti indossano indumen-
ti antichi, altri moderni. Ciò aggiunge
verità stori-
ca
a verità storica, poiché si ricapitolano nel tempo
presente avvenimenti che, pur accaduti in un tem-
po remoto, rimangono eterni.
L’impresa dei quadri di San Luigi dei Francesi fece
sì che da quel momento Caravaggio venisse segna-
lato come il massimo pittore di Roma.
Tuttavia cominciò anche la serie degli insuccessi. La
tela centrale della cappella Contarelli, con
San Mat-
teo e l’Angelo
(18)
, venne rifiutata e il pittore accu-
sato di contravvenire al “decoro” – termine da in-
tendersi sia in chiave estetica che morale – poiché
aveva osato rappresentare il Santo come un vecchio,
scalzo e con le gambe accavallate, il che appariva
sconveniente a un tema sacro.
A partire dal
1600
, Caravaggio dipinge quasi esclu-
sivamente soggetti sacri.
Se nel
Riposo durante la fuga in Egitto
(p. 418) l’epi-
sodio è narrato con sensibilità poetica – nella tra-
sparenza tonale dei colori e del paesaggio ancora
giorgioneschi – nei quadri successivi cominciano a
dominare quei contrasti chiaroscurali che divente-
ranno a breve uno dei caratteri principali del rinno-
vamento caravaggesco.
Caravaggio
interpreta il tema sacro con un senso re-
alistico
fino ad allora sconosciuto, ed è proprio in es-
so che si avvertono gli echi della religiosità lombarda.
Nella chiesa di San Luigi dei Francesi
Quando nel 1600 esegue due delle tre
Storie di San
Matteo
per la cappella Contarelli
t
in San Luigi dei
Francesi, commissionate grazie alla mediazione del
cardinale Del Monte, il Merisi non è solo un pittore
completamente formato, ma è anche nel pieno del
suo impegno ideale.
Nel
Martirio di San Matteo
(16)
, come nella
Vocazione
di San Matteo
(17)
, sono narrati episodi che si fissa-
no nella potenza di un
fotogramma
, dove tutti i per-
sonaggi sono chiamati a recitare la propria parte e
dove lo svolgimento dell’azione per fasi, è annullato
solo apparentemente; i protagonisti, pur fermati in
una posa istantanea, sono colti nell’attimo di massi-
ma tensione dinamica, ma quest’attimo presuppone
un prima e un dopo.
t
la cappella Contarelli
era in patronato
del cardinale Mathieu Cointrel, dal quale
deriva il nome italianizzato Contarelli.
L’incarico di abbellirla con dipinti venne
dapprima affidato al pittore Gerolamo
Muziano, poi allo scultore Colbert, indi al
Cavalier d’Arpino, ma per varie circostanze
nessuno di loro portò a conclusione i lavori.
Nel 1599 la commissione passò al
Caravaggio, il quale si attenne al programma
iconografico dettato e minuziosamente
descritto, molti anni prima, dal Contarelli
stesso. Dovevano venire raffigurate Storie
di San Matteo, il Santo evangelista patrono
del cardinale Mathieu Contarelli.
L’episodio del martirio, che avvenne mentre
Matteo si accingeva a impartire il battesimo
e fu perpetrato sul bordo di un fonte
battesimale, è narrato nella Legenda Aurea
di Jacopo da Varagine.
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Caravaggio,
Martirio di San Matteo
, 1599-1600, olio su tela,
cm 323 x 343. Roma, San Luigi dei Francesi.
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