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Canestra di frutta
(p. 436) che faceva parte della colle-
zione del cardinale Federico Borromeo, arcivescovo di
Milano e cuginominore di Carlo, la minuzia con cui so-
no dipinte la frutta e le foglie diviene sintesi monumen-
tale. Caravaggio dovette ispirarsi alle decorazioni flore-
ali della pittura murale antica, studiata durante il lungo
soggiorno romano, da cui deriva il taglio compositivo
di sotto in su. Il
riferimento classico
affiora continua-
mente in quest’opera del maestro lombardo ed è uno
dei caratteri della sua eccezionalità. Mentre le nature
morte fiamminghe si disperdono in un certo descritti-
vismo e si fermano all’analisi dei dettagli, il Caravaggio
va oltre e punta sull’effetto unitario.
Ciò non diminuisce l’evidenza dei particolari: rap-
presentando nella sua
realtà
anche la mela bacata e
non solo frutta scelta di stagione, attribuisce a una
semplice canestra ricolma di frutti la stessa impor-
tanza che, secondo l’estetica rinascimentale, soltan-
to la figura umana poteva avere.
L’amicizia del cardinale Del Monte
Gli anni romani sino al 1606 sono un momento di cre-
scente fortuna per il Merisi che, forse intorno al
1596
,
conobbe il cardinale
Del Monte
, prelato molto in-
fluente che poteva vantare un complesso corredo di
interessi culturali che spaziavano dalla musica all’alchi-
mia, legato a
Federico Borromeo
, gran cultore d’arte.
Scipione Pulzone
, epigono del Manierismo e incline
a produrre quadri di devozione, facili a leggersi per il
loro verismo semplice e comunicato. Nella fase speri-
mentale il Merisi dovette disegnare assiduamente, pra-
tica comune alle botteghe dei pittori, ma nessun dise-
gno oggi gli viene attribuito con sicurezza.
A Roma (notizie dal 1596)
Una volta giunto a Roma è probabile che, pur attin-
gendo al bagaglio delle conoscenze maturate in Lom-
bardia, il pittore abbia abbandonato subito l’uso del
disegno preparatorio, per dipingere “alla prima”,
cioè direttamente dal modello alla pittura.
I primi dipinti romani danno la misura della sua sen-
sibilità naturalistica, ma sono immersi in un’atmosfe-
ra arcana. Potrebbero nascondere qualche allusione
allegorica e possiedono un che di provocatorio, in
quanto il pittore sembra canzonare i soggetti ritratti.
Così
Bacco
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ha un’aria malaticcia e poco rassicu-
rante; è una divinità incompleta; ciò che risalta in lui
è una sorta di sfacciata confidenza con l’osservatore.
Inoltre la sua fisionomia è quella del pittore stesso.
Le nature morte
Questa mezza figura è concepita in un violento primo
piano e ciò che più si coglie è il realismo con cui tutto
viene evidenziato: figura e natura morta. Anche nella
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Caravaggio,
Musica di alcuni
giovani
, 1596 (?) ca, olio su tela,
cm 89,5 x 115,9. New York, The
Metropolitan Museum of Art.
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