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Questo rinnovamento della
vita artistica di Bologna
farà sì che essa si collochi tra i più importanti centri
europei di fine Cinquecento.
Origini ed esordi dei Carracci
I Carracci sono tre pittori membri di un’unica famiglia:
Ludovico
(Bologna, 1555-1619) con i cugini, i fratelli
Agostino
(Bologna, 1557-1602) e
Annibale
(Bologna,
1560 - Roma, 1609). Il padre di Ludovico, Vincenzo,
era macellaio e Antonio, padre di Agostino e Annibale,
sarto. Questo dato biografico potrebbe stare amonte di
alcune delle prime prove di Annibale nella pittura di ge-
nere, come
La bottega del macellaio
(5)
. Il realismo che
vi traspare è ancora lontano dall’ideale classico che
caratterizzerà la produzione matura; è con il ritorno
al classicismo che i Carracci appronteranno uno dei
modelli stilistici di maggior seguito nel Seicento.
Lu-
dovico
, il più anziano, fu a capo dell’Accademia fon-
data nel 1582 nella sua casa, che diresse anche dopo
la partenza di Annibale per Roma nel 1595. Nella sua
bottega si formano gli artisti bolognesi della prima me-
tà del Seicento, con l’eccezione del Guercino. Ludo-
vico Carracci, nel suo impegno di avvicinare l’arte al-
la natura, è in ritardo rispetto al cugino
Annibale
, il
vero innovatore
in questo scorcio di secolo. Ludovi-
co perfeziona nel tempo il proprio stile, che assumerà
piena consapevolezza solo alla fine degli anni Ottanta.
Nell’Accademia degli Incamminati
Per questo, gli
studenti dell’Accademia
vengono
istruiti relativamente alle lettere e alla filosofia, alla
scultura e all’architettura, ma soprattutto all’ana-
tomia umana, in ogni suo aspetto, specie in movi-
mento, nel variare delle pose e sotto la spinta dei
diversi stati d’animo; si esercitano praticando il di-
segno dal vero, non solo su modelli ma anche su
«ogni cosa creata». Sulle tracce della verità storica
si intavolano vivaci discussioni «sopra l’istorie, fa-
vole, e invenzioni poetiche», cioè su come rendere
nel modo più conveniente gli «affetti», ovvero i sen-
timenti, quelle «emozioni fondamentali» sulle quali
si basano le «istorie» per dar vita a una narrazione
che, pur mantenendosi fedele alla natura, svelasse
quelle verità che vanno oltre l’apparenza. Si dà im-
portanza anche allo
studio dei maestri contempora-
nei
, anche se la maturazione del nuovo stile si basa
principalmente sull’osservazione del dato naturale,
passata attraverso la conoscenza dei maestri del Ri-
nascimento, in particolare
Raffaello
.
L’Accademia, detta all’inizio dei Desiderosi «per lo
desiderio ch’era in tutti d’imparare», viene in segui-
to (1590) ribattezzata degli Incamminati.
Ai Carracci vengono commissionati i cicli decorativi
nei palazzi delle nobili famiglie bolognesi Fava, Ma-
gnani e Sampieri.
5
Annibale Carracci,
La bottega del
macellaio
, 1585, olio su tela, cm 185
x 266. Oxford, Christ Church.
•
Le fisionomie,
tutte diverse e
fortemente
caratterizzate,
aggiungono un
di più di oggettività
di matrice fiamminga
ma già patrimonio
della cultura
lombardo-emiliana.
•
In una scatola
spaziale compressa,
Annibale scandisce
in un’esigua
profondità i diversi
piani con estrema
esattezza, facendo
emergere le figure e
gli oggetti dal fondo
in primo piano.
•
Dal garzone
inginocchiato
I gesti e i movimenti
dei corpi appaiono
studiati con cura
e prescelti con
amore della varietà.
•
La fonte
d’ispirazione
è la pittura di genere
di ambito nordico
ma nuova è la stesura
del colore a corpose
e vivaci pennellate.
•
Due direttrici
oblique ai lati del
dipinto – l’asta della
guardia e la carcassa
del bue scuoiato –
chiudono e armonizzano
lo spazio in una
composizione tutta
giocata sulle orizzontali
e sulle verticali.
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