Il Seicento: tra naturalismo e ideale classico
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Il rinnovamento a Bologna e i Carracci
tare la
verità storica
che sta alla base della narrazio-
ne e a garantire alla narrazione il supporto del vero
naturale. Per esempio nel tema sacro del
Battesimo
di Cristo
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Annibale Carracci, pur riservando am-
pio e solenne spazio all’apparizione della corte cele-
ste, conferisce alle immagini una
concretezza vitale
che è visibile nelle tipologie dei volti e negli atteggia-
menti dei corpi degli angeli che denotano una prece-
dente verifica sul vero quotidiano.
Il devoto dunque partecipa per immersione, nell’at-
mosfera a un tempo mistica e concreta, alla miraco-
losa visione come a un incontro di divino e umano.
Il rinnovamento a Bologna e i Carracci
Annibale Carracci
(Bologna, 1560 - Roma, 1609)
All’inizio del Cinquecento l’arte figurativa a Bologna
era ferma su quanto vi avevano introdotto i pittori
ferraresi, e in particolare Ercole de’ Roberti, alla fine
del Quattrocento. Un esempio di tensione dramma-
tica quale era stato inscenato nel
Compianto
di Nic-
colò dell’Arca non si presentava da tempo e la città
viveva in una specie di isolamento.
Giulio II e la dipendenza da Roma
In seguito alla cacciata dei Bentivoglio, signori del-
la città,
Bologna
era diventata la roccaforte a setten-
trione del potere pontificio. L’ingresso trionfale di
Giulio II
nel
1506
e il conseguente passaggio al
do-
minio pontificio
sul piano politico, ebbe come con-
seguenza immediata, sul piano della cultura figura-
tiva, il volgersi verso Roma.
Nel 1507 Michelangelo è ancora a Bologna per re-
alizzare la statua in bronzo di Giulio II (distrutta),
dopo che nel 1494 aveva lavorato in San Domenico.
Nel 1514 Raffaello esegue, per la chiesa di San Gio-
vanni in Monte, la Santa Cecilia (oggi nella Pinaco-
teca Nazionale), testo di riferimento fondamentale
per quei pittori emiliani che nel Seicento propugne-
ranno un ritorno al classicismo.
Bologna riformata
Nel
1530
a Bologna si era celebrata l’incoronazione
a imperatore di Carlo V; dal marzo del 1547 al 1549
la città era stata sede del Concilio di Trento, fatto
gravido di conseguenze anche in campo artistico.
Nel maturarsi del nuovo clima politico la centralità
di Bologna veniva rafforzata dalla presenza del car-
dinale Carlo Borromeo dal 1560 al 1565, governa-
tore delle legazioni pontificie che si fece tramite del
controllo della Santa Sede sulla città.
Nuovi interessi teologici e scientifici
Nel 1566 il cardinale Gabriele Paleotti, autore di quel
Discorso sulle immagini sacre e profane
(1582) che in-
contrerà grande fortuna, arrivò nel capoluogo emi-
liano e non è arbitrario attribuirgli un ruolo signifi-
cativo nel nuovo corso naturalistico “progressista”
della pittura, in concomitanza con le anticipazioni
emergenti sul fronte della scienza. A Bologna, sul-
lo scorcio del secolo XVI, prese infatti forma la col-
lezione enciclopedica di Ulisse Aldrovandi (p. 458),
improntata a
interessi scientifici
.
In questo contesto, il rinnovamento della pittu-
ra si concentra sulla ricerca di una verità intesa co-
me «quotidianità dei sensi e naturalismo dell’espres-
sione» (Emiliani), da opporre alle bizzarrie del
Manierismo.
Per conseguire lo scopo, nel
1582
viene fondata
un’
accademia
da Ludovico, Agostino e Annibale
Carracci
, istituzione che fin dai programmi manife-
sta una serietà operativa e un’apertura ideale del tutto
nuove. Uno degli aspetti fondamentali è la formula-
zione di una pittura in cui l’artista è tenuto a rispet-
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Annibale Carracci,
Il battesimo
di Cristo
, 1583-1585, olio su tela,
cm 383 x 225. Bologna, chiesa dei
Santi Gregorio e Siro.
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