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Lessico
Civiltà
Termine usato nel
saggio con due diversi si-
gnificati. Qui sta a indica-
re un concetto astratto, di
cui Lévi-Strauss mette in
discussione la validità: si
tratta di una meta ideale,
che indica a tutte le so-
cietà umane la direzione
del progresso e dell’evo-
luzione. In altre occasioni
viene usato come sinoni-
mo di
cultura
o di
società
.
Scrittore e diplomatico francese (1816-
1876), alle cui teorie attinsero i teorici
del razzismo e dell’antisemitismo na-
zista. La sua opera più famosa sono i
quattro volumi del
Saggio sull’inegua-
glianza delle razze umane
(1853-1855).
SecondoGobineau, l’umanità si classifi-
ca originariamente in tre razze: bianca,
nera e gialla, che si contraddistinguo-
no per attitudini psicologiche e morali
differenti.
La razza bianca (o ariana), originaria
dell’India e poi trasferitasi in Europa,
si caratterizza per la tendenza alla spe-
culazione, la spiritualità e l’amore della
libertà; la nera per la propensione alla
sensualità; la gialla per la scarsa incli-
nazione al pensiero e l’abilità nel com-
mercio. La gerarchia tra razze non di-
pende dal fatto che una prevalga sulle
altre negli stessi ambiti e dunque sia
destinata a dominare, ma dal fatto che
le attitudini della razza bianca risultano
più nobili. L’incrocio con le altre razze, il
meticciato, è però destinato a compro-
mettere la purezza della razza bianca.
Seguace di Gobineau fu lo scrittore in-
glese Houston Stewart Chamberlain
(1855-1927), che esaltò la razza ariana
considerandola pura soprattutto nel
ceppo germanico.
Favorito dallo sviluppo delle ideolo-
gie nazionaliste e imperialiste alla fine
dell’Ottocento, il razzismo fu portato
alle estreme conseguenze nella Ger-
mania nazista.
Joseph Arthur
de Gobineau
i processi cognitiv
Razza e storia
:
il testo
razza e cultura
Una dichiarazione di intenti
Parlare di contributo delle razze umane alla
civiltà
mondiale potrebbe sorprendere, in una collana di opuscoli destinati a lottare contro il
pregiudizio razzista. Sarebbe vano aver dedicato tanto talento e tanti sforzi a mostra-
re che nulla, allo stato attuale della scienza, permette di affermare la superiorità o l’in-
feriorità intellettuale di una razza rispetto a un’altra, se fosse stato solo per restituire
surrettiziamente consistenza alla nozione di razza, con l’aria di dimostrare che i gran-
di gruppi etnici che compongono l’umanità abbiano recato,
in quanto tali,
contributi
specifici al patrimonio comune.
Ma nulla ci è più estraneo di un simile intento, che equivarrebbe solo a formulare la
dottrina razzista alla rovescia.
Un errore intellettuale
Quando cerchiamo di caratterizzare le razze biologiche in
base a proprietà psicologiche particolari, ci scostiamo dalla verità scientifica sia se le
definiamo in modo positivo sia se le definiamo in modo negativo. Non bisogna di-
menticare che
Gobineau
, storicamente considerato il padre delle teorie razziste, non
intendeva comunque 1’“ineguaglianza delle razze umane” in senso quantitativo, ma
qualitativo: per lui, le grandi razze primitive che formavano l’umanità ai suoi inizi – la
bianca, la gialla, la nera – non erano tanto ineguali per valore assoluto, quanto diver-
se nelle loro particolari attitudini.
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