La struttura, infatti, viene prima dell’uomo: secondo gli strutturalisti, l’individuo non è il
risultato delle sue scelte libere e consapevoli ma il prodotto di strutture inconsce.
Da qui l’antistoricismo di Lévi-Strauss. Contro la visione della storia come percorso unico
e lineare che procede in direzione del progresso, tipica dell’Ottocento, per Lévi-Strauss e
gli strutturalisti la storia è un intreccio di processi differenti, che presentano ciascuno un
proprio percorso e sono guidati da strutture inconsce che regolano la cultura, l’econo-
mia e i vari aspetti della vita degli uomini in società. Anziché studiare l’evoluzione delle
società umane lungo il corso del tempo (visione diacronica), l’antropologia strutturale
preferisce considerare le società in un dato momento per coglierne le strutture costanti
e immutate (visione sincronica).
Metodo strutturalista e linguistica
Il metodo strutturalista si è rivelato utile nella
linguistica, nell’ambito della quale ha permesso di descrivere una lingua come un si-
stema definito da un certo numero di simboli elementari, di relazioni e di possibili tra-
sformazioni, e altrettanto utile è nell’antropologia. Linguistica e antropologia, afferma
Lévi-Strauss, hanno lo stesso oggetto: la comunicazione e lo scambio che avvengono
tra gli uomini all’interno delle società (scambio di informazioni attraverso la parola, nel
caso della linguistica e, per esempio, scambio delle donne, nel caso dell’antropologia).
La stessa metodologia viene applicata da Lévi-Strauss nello studio dei miti. Nelle
Mi-
tologiche
l’autore si occupa di analizzare come un mito si trasformi attraverso popola-
zioni differenti. In particolare egli prende in considerazione il mito di Edipo e osserva
che versioni molto vicine a quella greca sono presenti anche fra gli indiani d’Ameri-
ca. Popolazioni distanti geograficametnte, storicamente, linguisticamente e cultural-
mente, dunque, hanno prodotto racconti mitologici simili.
Questo è possibile, secondo Lévi-Strauss, perché anche un universo apparentemente
arbitrario come quello mitico è regolato dai meccanismi inconsci che guidano il fun-
zionamento del pensiero umano.
Come la lingua, il mito si compone di unità elementari che si combinano secondo certe
regole. Le differenti versioni di un mito si possono ricondurre a un’unica grammatica e
sono variazioni dei medesimi nuclei di significato composte secondo le regole di tale
grammatica.
Un indigeno della tribù
dei Bororo in tenuta
da cerimonia (1938). I Bororo,
oggi stimati in mille unità,
vivono sparsi in otto villaggi
nelle zone centrali del Mato
Grosso.
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