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i processi cognitiv
Claude Lévi-Strauss
La vita e le opere
Gli anni di formazione
Claude Lévi-Strauss nasce nel 1908 da genitori francesi a
Bruxelles, dove il padre, ritrattista, è stato chiamato a lavorare. Poco dopo la famiglia si
trasferisce a Parigi e nella capitale francese l’autore trascorre l’infanzia e compie la sua
formazione.
Immerso fin da piccolo in un ambiente ricco di stimoli artistici, eredita dal padre il gusto
per la collezione di curiosità scovate nelle botteghe antiquarie o nei mercati delle pulci,
e inizia a conservare stampe giapponesi e oggetti esotici che gli vengono donati come
premio per i successi ottenuti a scuola, mostrando già i primi segni della sua vocazione
di etnologo.
Passione più tardiva è quella per la natura selvaggia, con cui Lévi-Strauss entra in con-
tatto per la prima volta intorno ai diciassette anni, durante un viaggio in Provenza. Da
allora, quando d’estate si reca, insieme con i genitori, nella casa di campagna nelle
Cevennes, inizia ad avventurarsi in lunghe escursioni sulle colline, scoprendo che il
groviglio caotico della natura nasconde un ordine segreto. È quest’ordine di cui va
alla ricerca la geologia, scienza che rappresenta un campo di grande interesse per
Lévi-Strauss.
Dopo il liceo, intraprende gli studi di giurisprudenza presso la Sorbona di Parigi, ma
abbandona quasi subito questo indirizzo per la filosofia. Una volta conseguita la laurea,
nel 1931, si dedica per qualche anno all’insegnamento; intanto scopre nuovi stimoli
nel campo delle scienze umane, in particolare nell’
etnologia
o
antropologia socio-
culturale
. Proprio in questo periodo viene inaugurata, al Museo etnografico di Parigi,
un’esposizione dedicata alle ricerche compiute da un giovane etnologo, Jacques Sou-
stelle (1912-1990), tra le popolazioni “primitive” del Messico meridionale. In tale occa-
sione Lévi-Strauss conosce Paul Rivet (1876-1958), fondatore del Musée de l’Homme di
Parigi, e Marcel Mauss (vedi p. 49), due eminenti etnologi francesi, che esercitano su di
lui un’influenza determinante.
Così, quando, nel 1935, gli viene offerta la cattedra di sociologia all’Università di San
Paolo in Brasile, Lévi-Strauss non si lascia sfuggire l’opportunità di partire.
Le ricerche tra le popolazioni amazzoniche
Una volta in Brasile, inizia i suoi
viaggi nell’interno del territorio, venendo a contatto con gli indigeni. Lo troviamo dap-
prima, per qualche mese, tra i Bororo, popolazione che vive di caccia e agricoltura, poi
nel Mato Grosso e nella foresta amazzonica, dove organizza, nel 1938, una spedizione
che lo porta a incontrare popolazioni ancora più “selvagge”.
In questa occasione conosce i Nambikwara, stanziati in una regione impervia, costretti
ogni giorno a fare i conti con la fame. Queste genti non praticano né l’agricoltura né
la tessitura e non costruiscono capanne: vivono nude, senza ripari, cibandosi del poco
Lessico
Antropologia sociocultu-
rale
La definizione com-
bina quelle di
antropolo-
gia sociale
e
antropologia
culturale
. La prima, euro-
pea, si occupa soprattut-
to dell’organizzazione so-
ciale dei gruppi esaminati.
La seconda, statunitense,
studia le culture e le forme
simboliche in cui queste si
esprimono (arti e miti, per
esempio). I due ambiti di
studio e quello dell’
etno-
logia
, di origine francese,
caratterizzata da un’atten-
zione maggiore alla com-
parazione tra culture, spes-
so coincidono, e tutte con-
dividono il metodo di in-
dagine sul campo, sicché
si è iniziato a utilizzare co-
me sinonimi i termini “an-
tropologia socioculturale”
e “etnologi”a.
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