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«Quando le piante saranno abbastanza alte, togliete a esse
la punta; così i rami saranno più robusti». Prese poi un
bastoncino ben lungo un pezzo di cuia
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rotondo e liscio
in basso e fece un fuso; insegnò così a filare. Quando
gli uomini si trasformarono in animali, anche i Tensciò
divennero uccelli colibrì.
La moglie più vecchia mi voleva
bene. Qualche volta le altre stavano
contro di me: volevano che facessi
i grandi coltelli e i panni per loro, perché ero Bianca e
dovevo sapere. Andavano da Fusiwe gridando: «Battila;
è Bianca e non fa per noi né pentole né macete
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». Il vec-
chio capo degli Gnaminaweteri mi difendeva sempre e
diceva: «Io credo che le donne bianche non sanno fare
quei grandi coltelli, no! Napagnuma poi è sola e non sa
come si fanno. Perché volete batterla? Non la rimprove-
rate, non fate cosí!». Era buono. Le donne continuavano:
«È Bianca, deve conoscere; eppure non vuole fare per noi
panni, macete, pentole; battetela! Se non li sa fare, vuol
dire che il padre non è Bianco!». Io rispondevo: «Mio
padre non sapeva fare macete; comprava da altri i mace-
te, non li faceva lui. Non sapeva fare i panni; li prendeva
come pagamento del suo lavoro».
(da E. Biocca,
Yanoàma. Dal racconto di una donna rapita dagli
Indii
,
De Donato, Bari 1965, pp. 133-135)
1.
Corso d’acqua secondario.
2.
“Capo”. Il marito di Helena Valero.
3.
“Sciamani”.
4.
“Spiazzi”, in portoghese.
5.
Germogli.
6.
Guscio di frutto
essiccato, usato come recipiente.
7.
Coltello lungo e grosso a un solo taglio
usato in agricoltura o per aprirsi la strada nella foresta.
la storia
del cotone
la coltivazione
del cotone
Q
ualche domanda
A quali attività si dedicano gli Yanoàma?
Quali sono i comportamenti degli Yanoàma
verso Helena?
l’ostilità
delle altre mogli
Particolarmente significative furono, per
la sua storia di scrittore, le esperienze vis-
sute come pilota in Mauritania, nell’Afri-
ca settentrionale, allora divisa tra la Fran-
cia e la Spagna.
Anche le circostanze in cui Saint-Exupé-
ry morì contribuirono ad alimentarne la
leggenda. Nel 1944, durante un’azione
contro i tedeschi nei cieli della Corsica, il
suo aereo venne abbattuto e precipitò in
mare. Sia l’aereo sia il corpo dello scritto-
re non furono mai recuperati.
Autobiografia e testimonianza
Terra
degli uomini
, pubblicato nel 1939 e scrit-
to durante la convalescenza seguita a un
incidente aereo, contiene memorie au-
tobiografiche, appunti di viaggio e rifles-
sioni sulla civiltà industriale, sui sistemi
politici e sulle ideologie dell’Occidente.
L’autore
Antoine de Saint-Exupéry
(1900-1944) è l’autore di uno dei libri più
letti nel mondo,
Il piccolo principe
(1943).
Nato da una nobile famiglia francese,
Saint-Exupéry ebbe – è stato detto – una
“vita grandiosa”. Letterato e filosofo di for-
mazione, Saint-Exupéry divenne pilota
militare nel 1921 e per molti anni lavorò
sugli aerei postali che battevano le rotte
del Sud America e del Nord Africa.
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incontro con i Mauri del Sahara
di Antoine de Saint-Exupéry
va a chiamarsi Namoeteri (
Namoe
è il nome di un grande
monte). Uno zio di Fusiwe, fratello minore del vecchio,
che aveva già due figli Hekurá
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, era capo dei Patanaweteri
che erano più numerosi.
Vicino al nostro sciapuno c’erano
due grandi roças
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: una piena di ba-
nane, l’altra piena di cotone, che io
non conoscevo ancora. Un giorno Fusiwe disse: «I colibrì
incominciano a rovinare il cotone sulle piante e i ratti a
rosicchiare quello caduto in terra, andiamo a raccoglier-
lo». Lavorammo tre giorni perché bisognava prenderlo
senza neppure una foglia secca. Non era ancora maturo
e lo mettemmo su foglie di banane sullo spiazzale dello
sciapuno al sole e non vicino al fuoco, per non farlo in-
giallire.
Sono gli uomini che piantano il cotone: tolgono le er-
bacce nelle roças, le bruciano e piantano i semi. Fanno
in terra un buco con un arco rotto o con un bastone
appuntito e vi mettono dentro due semi. Se germogliano
troppo, lasciano solo due gettoni
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. Essi dicono che alcune
persone hanno la mano cattiva nel piantare allora il coto-
ne cresce troppo alto e dà poca frutta.
Il tusciaua mi raccontò la storia del
cotone: «Un tempo i colibrì erano uo-
mini e avevano amache di cotone; an-
cora oggi i colibrì rubano il cotone per fare i loro nidi. Gli
Yanoàma videro quelle amache e chiesero a
Tensciò
(Co-
librì) come le avessero preparate. Egli allora li portò fino
alla sua roça e mostrò piantine giovani; più avanti mostrò
piante con frutto, e più avanti ancora piante che ormai
non avevano più frutto. Allora così parlò: «Fate una roça
piccola; non mescolate altre piante, perché tolgono forza
alla terra. Seminate in maniera da avere piante giovani poi
con frutto, poi piante vecchie; così avrete sempre cotone».
Tornò alla sua casa, diede i semi agli Yanoàma e disse:
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ETTERATURA E ANTROPOLOGIA
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