Jie) che associano l’allevamento di dromedari e bovini alla coltivazione di cereali, ma
presso di loro la pastorizia di questi animali riveste un’importanza economica e sociale
di gran lunga superiore all’agricoltura.
In alcune regioni dell’Europa meridionale (penisola iberica, Italia centro-meridionale,
penisola balcanica, Grecia) e dell’area alpina la pastorizia ha costituito, tra il XVI e la
prima metà del XX secolo, un complesso sistema di utilizzazione della manodopera e
di commercializzazione del bestiame.
In Mongolia, e più in generale nelle steppe dell’Asia centrale e orientale, i popoli no-
madi allevano cammelli e cavalli. Nella penisola arabica, i beduini arabi sono diventati
il modello del pastore nomade per eccellenza.
In alcuni casi i governi sono intervenuti con mezzi anche violenti al fine di rendere
stanziali i pastori nomadi e meglio controllarli, come è avvenuto in vari Paesi africani
a partire dagli anni 1950 e in Paesi asiatici come l’Iran, a partire dagli anni 1920. Solo
Pastori mongoli nella steppa,
che si estende in gran parte
del Paese. Al di fuori delle
aree urbane, la maggioranza
della popolazione pratica
la pastorizia di sussistenza,
allevando ovini, bovini, cavalli
e cammelli.
Cinema
e letteratura
Balla coi lupi
ni iniziali, con alcuni di loro stabilisce un
rapporto di amicizia.
La nascita di un legame con l’altro
La vi-
cenda è, in fondo, quella di un lento avvi-
cinamento tra culture. Il tenente comin-
cia così a scrivere appunti, a tracciare di-
Il film e il libro
Questo film, diretto e in-
terpretato da Kevin Costner, è del 1991. È
tratto da un romanzo dello scrittore sta-
tunitense Michael Blake, pubblicato qual-
che anno prima negli Stati Uniti.
Siamo nel 1863. John Dunbar, un ufficia-
le sopravvissuto miracolosamente a una
cruenta battaglia all’epoca della guerra
civile americana (1861-1865), decide di
«conoscere la frontiera prima che scom-
paia».
La frontiera è un tema centrale della sto-
ria e del mito americano, lo scenario della
colonizzazione, delle lotte con gli indiani,
della corsa all’oro, degli scontri tra agricol-
tori e allevatori, dei conflitti per affermare
la legge contro i banditi.
Il giovane tenente si rende conto ben pre-
sto che la frontiera è un ambiente par-
ticolare e difficile, che può spingere alla
follia per la perdita di riferimenti sicuri.
Dunbar si installa in una capanna ed en-
tra via via in contatto con una natura in-
contaminata ma, soprattutto, con gli in-
diani Sioux. Dopo alcune incomprensio-
segni, proprio come fece davvero qualche
suo contemporaneo a cui capitò di vivere
con gli indiani. Dunbar diventa insomma
una specie di etnografo. Una notte indi-
ca agli indiani il passaggio dei bisonti, che
essi aspettano da tempo per poterli cac-
ciare, e così è definitivamente accettato.
All’epoca in cui è ambientato il film (1863-1864), i Sioux erano circa 25.000, sparsi su un territorio
di oltre 350.000 kmq. Si dividevano in tre
gruppi
principali: Dakota, Nakota e Lakota. I tre gruppi
erano a loro volta divisi in
tribù
e queste in
bande
. Gli indiani del film sono una banda di Lakota.
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