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in Mongolia il governo ha favorito la conservazione del loro stile di vita, con scuole
mobili e lo sviluppo, per quanto rudimentale, di un servizio sanitario.
Altre comunità nomadi: rom e Sinti
Oltre ai pastori, esistono altre comunità che
fanno del nomadismo il loro stile di vita. Si tratta di tutte quelle comunità “senza fissa
dimora”, come per esempio i Rom e i Sinti, i Kalé e altri (conosciuti tutti indistinta-
mente con il nome “zingari”) presenti in Europa sin dal Medioevo. Queste comunità,
diffuse in Asia e in Europa, in Nord Africa e anche in America, sono sempre vissute
di commerci e di piccoli servizi, oppure facendo i giostrai nelle fiere di paese. Una
volta alcuni di loro erano calderai itineranti, altri commerciavano in cavalli. Queste
comunità sono talvolta chiamate “peripatetiche”, cioè “in movimento”, per distinguerle
dai pastori nomadi.
i nomadi e la società contemporanea
Alcuni di questi gruppi sono divenuti, con il
tempo, sedentari, mentre altri sono stati assorbiti dalle società agricole e urbane. Alcuni
però sono rimasti nomadi, trovando impossibile vivere sempre nello stesso luogo. A chi
è abituato ad avere un fissa dimora questo stile di vita può sembrare strano, ma basta
pensare alla situazione contraria. La maggior parte di noi non vedrebbe di buon occhio
l’idea di dover cambiare casa, città o Paese ogni mese.
La “diversità” di alcuni di questi gruppi, cioè il fatto stesso di essere nomadi, li ha sem-
pre resi malvisti e marginalizzati. In alcuni periodi della storia europea hanno subito
delle vere e proprie persecuzioni, come durante la Seconda guerra mondiale, quando i
nazisti sterminarono molti di loro nei campi di concentramento.
Intanto, nell’accampamento della tribù
dove si è trasferito, l’ormai ex tenente co-
nosce una donna bianca (Alzata con Pu-
gno) cresciuta tra i Sioux. La raccolsero
bambina dopo che i suoi genitori erano
stati uccisi da un altro gruppo di indiani,
i Pawnee, nemici dei Sioux. È un rappor-
to d’amicizia che si trasformerà in una re-
lazione d’amore, con l’approvazione de-
gli indiani.
I bianchi però avanzano: i soldati conside-
rano Dunbar un disertore e lo catturano.
Liberato dagli indiani, l’ex tenente decide
di partire con Alzata con Pugno, mentre,
gli indiani li salutano promettendo loro
eterna amicizia.
Una lezione sull’incontro tra culture
Il
film, un kolossal del western“critico”, cioè
di quel genere di film che considera la sto-
ria degli Stati Uniti
anche
dal punto di vi-
sta dei nativi. Nel film i Sioux parlano in-
fatti la loro vera lingua (sottotitolata) e
sono mostrati con passioni, valori, pregi
e difetti certo non peggiori dei bianchi.
Titolo originale:
DanceswithWolves
Regia:
Kevin Costner
Stati Uniti, 1990, 174’, colore
Q
ualche domanda
Tra i temi che hai incontrato
nel profilo, quali sono richiamati
nel film?
Descrivi le tappe attraverso cui
si evolve la conoscenza
tra Dunbar e gli indiani.
Hai visto altri film o fiction, letto
romanzi, racconti, fumetti su temi
analoghi? E se sì, quali?
Balla coi lupi
è stato girato con grandi
mezzi e con una grande attenzione sul
piano antropologico. Costner si avvalse,
infatti, della consulenza di antropologi
specialisti delle culture native.
La locandina originale del film, con il capo
Sioux Dieci Orsi e il tenente Dunbar, che i Sioux
chiamano “Balla coi lupi”.
La locandina riproduce anche la scena della
caccia al bisonte, animale fondamentale
per la sussistenza della popolazione indiana.
Q
ualche domanda
Che cosa differenzia
la pastorizia
dall’allevamento?
Quale relazione
esiste tra pastorizia e
nomadismo?
Perché le comunità
Rom e Sinti
sono definite
“peripatetiche”?
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