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esperti, altri a campioni di ragazze e ragazzi delle scuole supe-
riori su temi di interesse pubblico.
In questo brano, che ricapitola la metodologia impiegata dai
Lynd nel corso della loro ricerca, Madge sottolinea l’impor-
tanza della pratica nella ricerca sociale per l’elaborazione del-
la teoria: è nell’esercizio che il ricercatore individua le vie più
adatte per rilevare informazioni e sottoporle ad esame.
Q
ualche domanda
Quali sono i metodi impiegati dai Lynd nella ricerca a
Middletown?
Ritieni che il caso di Middletown sia ancora attuale
per lo sviluppo della metodologia della ricerca sociale
odierna?
9
Un esempio di esperimento
di Renzo Canestrari
L’autore
Renzo Canestrari (1924) è il fon-
datore dell’Istituto di Psicologia dell’Uni-
versità degli Studi di Bologna e autore di
diversi studi sulla psicologia.
L’opera
L’opera
Psicologia generale e
dello sviluppo
nasce dalla trentennale
esperienza d’insegnamento universitario
dell’autore. Pensata come un manuale di
psicologia rivolto a studenti universitari,
essa raccoglie le fondamentali ricerche
della psicologia europea e statunitense,
con un’attenzione particolare alle ricerche
condotte dagli studiosi italiani.
Il brano
Il seguente brano illustra come
allestire un esperimento di laborato-
rio e portarlo a compimento. Quando
un ricercatore vuole mettere alla prova
l’ipotesi che ha elaborato sulla scorta di
osservazioni preliminari, si trova a dover
affrontare una serie di difficoltà, ineren-
ti sia all’esecuzione che alla valutazione
dell’esperimento. Nella sua disamina, l’au-
tore mette di volta in volta in guardia il
ricercatore da tali rischi e lo aiuta a trovare
le soluzioni più efficaci.
Da osservazioni preliminari si desu-
me l’ipotesi che l’apprendimento di
un nuovo materiale, di qualsiasi na-
tura, tenda a cancellare od a sminuire
il ricordo di materiale appreso prece-
dentemente (al termine «apprendi-
mento» si dà qui un significato assai vasto: apprendimen-
to di una lezione, del nome o del viso di una persona,
della strada per andare in un determinato posto, della
guida di un’automobile, ecc.). Nell’attuazione dell’espe-
rimento per dimostrare tale ipotesi, un soggetto (o, me-
glio, un gruppo di soggetti) deve apprendere per es. una
lista di aggettivi: la ritenzione¹ di questa lista rappresenta
la variabile dipendente. In una seconda fase dell’esperi-
mento il soggetto affronta un compito diverso da quello
precedente: per esempio apprendere una lista di numeri.
Questo nuovo materiale, che si ritiene possa modificare
la ritenzione del primo rappresenta la
variabile indipen-
dente
(in quanto potrebbe anche non essere presente). In
una terza fase, infine, si misura quanto il soggetto ricorda
della lista di aggettivi appresa all’inizio.
Quando la situazione è allestita in
modo che sia costante qualsiasi altro
fattore che potrebbe modificare la va-
riabile dipendente, l’esito dell’esperi-
mento viene a definire una relazione
fra l’andamento della variabile indi-
pendente (la cui presenza o assenza, od il grado di intensità,
è regolabile dallo sperimentatore) ed il comportamento del
fenomeno oggetto dello studio, cioè la variabile dipendente.
Tale relazione, in una indagine preliminare, può espri-
mere un semplice rapporto di interdipendenza fra la
presenza o l’assenza della variabile indipendente, ed il
comportamento della variabile dipendente. In seguito,
prove sperimentali più raffinate cercheranno di cogliere
la relazione anche nel suo aspetto funzionale, sia variando
gradualmente l’azione della variabile indipendente, che
misurando gli effetti di tale variazione sul comportamen-
to della variabile dipendente.
Nell’ipotetico esperimento sulla ini-
bizione mnestica² retroattiva, una
prima indagine (detta qualitativa)
può dimostrare una diminuzione del-
la ritenzione nel primo compito (la
lista di aggettivi), superiore a quella
prevedibile per il semplice intervallo di tempo che inter-
corre tra la prova di apprendimento e quella di richiamo.
Se desideriamo, tuttavia, approfondire e quantificare tale
risultato, dobbiamo appunto eseguire una ricerca quanti-
tativa. Vari sono i fattori che possiamo prendere in con-
siderazione (per es. la lunghezza della lista di aggettivi, la
bontà dell’apprendimento). Si può ragionevolmente pre-
vedere che quanto più la lista è lunga (a parità di grado
di apprendimento) tanto peggio sarà ricordata nella fase
finale e che, a parità di lunghezza, quanto meglio sarà
appresa, tanto meglio sarà ricordata alla fine della prova.
Anche se consideriamo la variabile indipendente, dob-
biamo prendere in considerazione la lunghezza della lista,
il grado del suo apprendimento ed il suo contenuto. Ci
si può chiedere, pertanto, quale sia l’effetto sulla variabile
dipendente, se introduciamo, al posto di una lista di nu-
meri, una lista di aggettivi sinonimi di quelli già appresi
Come 
dimostrare 
un’ipotesi: 
l’esperimento 
di laboratorio
Lo studio della 
relazione 
tra variabile 
dipendente 
e indipendente
Il passaggio 
dall’indagine 
qualitativa 
a quella 
quantitativa 
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