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È soddisfatto della cucina?
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In caso non lo fosse, tornerebbe nello stesso ristorante?
Domande in negativo e doppia negazione
. Si tenga presente che i quesiti che com-
prendono negazioni sono più difficili da capire. Si preferisce quindi usare espressioni
affermative. Ancora più pericolosa è la cosiddetta doppia negazione perché a causa della
complessità della formulazione si rischia di ottenere risposte false. In tali casi, infatti,
risulta difficile capire se bisogna dare una risposta affermativa o negativa al quesito.
Per esempio, non utilizzare domande come: “Non dipende dagli uomini se le donne
non sanno guidare?”.
Domande con risposta non univoca
. Evitare le domande multiple, cioè quelle frasi
che contengono in sé più di una domanda. Per esempio, non fare mai domande come
la seguente: “Ritiene che nella sua famiglia ci siano problemi economici oppure che
la sua famiglia sia economicamente solida?”, che contiene contemporaneamente due
diversi quesiti. In questo caso sarebbe meglio fare una domanda semplice del tipo:
“Ritiene che nella sua famiglia ci siano problemi economici?”.
Domande a risposta pilotata
. Sono da evitare tutte quelle domande che possono
orientare l’intervistato verso una possibile risposta.
Riferimento temporale
. È importante definire sempre con precisione l’arco temporale
al quale si riferisce la domanda, altrimenti per gli intervistati diventa difficile dare una
risposta. Il rischio è che le risposte non siano tutte riferite al medesimo periodo. Per
esempio, non bisogna chiedere “Quanto spende in genere per l’energia elettrica?”, ma
piuttosto “Quanto ha pagato di elettricità nella sua ultima bolletta?”.
Concretezza
. Mentre una domanda concreta rende più difficile il fraintendimento,
una domanda astratta può dare luogo a risposte generiche.
Comportamenti o atteggiamenti
. Siccome è molto difficile rilevare gli atteggiamenti,
come regola generale, ove possibile, bisogna limitarsi nel fare domande sui compor-
tamenti.
Desiderabilità sociale delle risposte
. Per evitare le risposte normative, cioè quelle
fornite poiché ritenute socialmente accettabili ma non corrispondenti al pensiero di
chi risponde, bisogna giustificare anche le risposte meno accettabili. Inoltre, bisogna
trattare con approfondimento i comportamenti negativi, che altrimenti verrebbero
scartati. È altrimenti consigliabile formulare le domande in terza persona.
Domande imbarazzanti
. Se sono proprio inevitabili, si consiglia di proporle con
formula aperta.
Mancanza di opinione e“non so”
. Il problema è che quando in una domanda viene
inserita fra le altre modalità anche la risposta “non so”, spesso essa diventa una scorciatoia
per i rispondenti che non vogliono sforzarsi troppo o che sono molto indecisi. Il rischio
è che un uso eccessivo di questa opzione produrrebbe un eccesso di risposte indecise. È
anche vero, però, che non metterla significherebbe forzare il rispondente, che potrebbe
anche scegliere a caso una qualsiasi delle voci elencate essendovi costretto. Per aggirare
il problema, si può prevedere la risposta “non so”, ma indicando all’intervistatore di
non proporla e di considerarla solo se emerge dalle risposte del rispondente.
Effettomemoria
. La memoria delle persone provoca inevitabilmente delle distorsioni
nelle risposte, quindi per limitare questo problema è buona norma prevedere dei limiti
temporali al ricordo. Per esempio, si possono utilizzare riferimenti temporali agli eventi
più importanti che sono quindi più facilmente ricordati.
Sequenza delle domande
. La regola generale che si segue è quella di posizionare
all’inizio del questionario le domande facili in modo da mettere a proprio agio l’in-
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