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sempre come obiezione alla mia teoria del sogno come
desiderio. La paziente, una giovane ragazza, incominciò:
“Lei si ricorderà che mia sorella ha ora un figlio solo,
Karl; il maggiore, Otto, l’ha perduto quando stavo anco-
ra a casa sua. Otto era il mio prediletto, praticamente l’ho
allevato io. Voglio bene anche al piccolo, ma naturalmen-
te mai quanto al morto. Ora stanotte ho sognato di vede-
re davanti a me Karl morto. Giace nella sua piccola bara,
con le mani giunte, le candele tutt’attorno, insomma
proprio come allora il piccolo Otto, la cui morte mi ha
così colpita. Mi dica, che cosa significa? Lei mi conosce
bene; sono così cattiva da augurare a mia sorella la perdi-
ta dell’unico figlio che le è rimasto? O forse significa che
desideravo la morte di Karl al posto di quella di Otto, cui
ero molto più affezionata?
Le assicurai che quest’ultima interpretazione era esclusa.
Dopo una breve riflessione, potei darle l’esatta interpreta-
zione del sogno che mi fu poi confermata da lei. Vi riuscii
perché ero a conoscenza di tutta la sua storia precedente.
Rimasta orfana assai presto, la ragazza era stata allevata in
casa della sorella, molto più anziana. Tra gli amici e i visi-
tatori della casa incontrò anche l’uomo che lasciò un’im-
pronta duratura nel suo cuore. Per un po’ di tempo sembro
che questi rapporti, quasi inespressi, dovessero concludersi
in un matrimonio. Ma l’esito felice fu sventato dalla so-
relle, i cui moventi non vennero mai interamente chiariti.
Dopo la rottura, l’uomo amato dalla nostra paziente non
frequentò più quella casa, e la ragazza stessa, qualche tem-
po dopo la morte del piccolo Otto, sul quale nel frattempo
aveva riversato la sua tenerezza, si rese indipendente. Ma
non riuscì a liberarsi dello stato di dipendenza cui l’ave-
va portata l’inclinazione per l’amico della sorella. Il suo
orgoglio le imponeva di evitarlo, ma non le fu possibile
trasferire il suo amore sui corteggiatori che si presentarono
in seguito. Quando veniva annunciata in qualche luogo
una conferenza dell’amato, che apparteneva al mondo let-
terario, lei si trovava immancabilmente tra gli ascoltatori, e
del resto coglieva ogni occasione per vederlo di lontano, in
ambiente neutrale. Mi ricordai che il giorno precedente mi
aveva detto che il professore sarebbe andato a un concerto,
e che lei stessa vi si sarebbe recata per gioire ancora una
volta della sua vista. Questo era successo il giorno prima e
il concerto doveva aver luogo nel giorno in cui mi raccon-
tò il sogno. Mi era quindi facile ricostruire l’esatta inter-
pretazione, e le chiesi se si ricordava qualche avvenimento
verificatosi dopo la morte del piccolo Otto. Mi disse im-
mediatamente: “Certo, il professore tornò allora a trovarci
dopo una lunga assenza e lo rividi ancora una volta presso
la bara del piccolo Otto. “ Era precisamente quel che mi
aspettavo. Interpretai dunque il sogno nel modo seguen-
te: “Se ora morisse l’altro bambino, si ripeterebbe la stessa
cosa. Lei passerebbe la giornata presso sua sorella, il profes-
sore verrebbe certamente a far le condoglianze e lei lo rive-
drebbe come allora, nelle medesime circostanze. Il sogno
non significa altro che questo suo desiderio di rivederlo, un
desiderio contro il quale lei sta lottando intimamente. So
che lei ha nella borsetta il biglietto per il concerto di oggi.
Il suo è un sogno di impazienza, che anticipa di qualche
ora lo sguardo fugace che lei getterà su di lui, oggi.”
Per mascherare il suo desiderio, ella aveva evidentemente
scelto una situazione in cui di solito si reprimono desideri
di questo genere, una situazione in cui si è talmente presi
dal dolore da non pensare all’amore. Eppure è ben possi-
bile che anche nella situazione reale riprodotta fedelmen-
te dal sogno, dinanzi alla bara del primo bambino che
amava più intensamente, ella non abbia potuto reprimere
un sentimento di tenerezza per il visitatore che tanto le
era mancato.
(S. Freud,
L’interpretazione dei sogni
, Newton Compton, Roma 1992)
Commento
Secondo Freud ogni sogno ha un signifi-
cato che può essere decifrato. Più esatta-
mente lo psicoanalista austriaco sostiene che il sogno non sia
altro che un modo di appagare durante il sonno un desiderio
rimasto inappagato durante la vita reale. Freud è consapevole
del fatto che questa tesi, pur trovando delle conferme, debba
far fronte a numerosi controesempi (ovvero a esempi che non
confermano, ma smentiscono la teoria). Tali sono tutti quei
sogni, in cui una persona sogna di fare una cosa che non ha
mai desiderato o addirittura di svolgere attività opposte ai
propri desideri.
Come comportarsi di fronte a questi controesempi? Se ne deve
concludere che la teoria freudiana del sogno come appaga-
mento di un desiderio sia falsa? Oppure, addirittura, che i sogni
non abbiano in realtà alcun significato? A queste domande,
Freud risponde negativamente nella convinzione che la sua
teoria sia comunque valida. Secondo lui, anche laddove un
sogno sembra non contenere l’appagamento di alcun deside-
rio, questo appagamento è comunque presente e può essere
individuato. Si tratta solamente di saper interpretare il sogno
in modo corretto.
Nel brano vengono riportati tre sogni raccontati a Freud dai
suoi pazienti, che sembrano smentire la teoria del sogno come
appagamento. Freud li considera uno ad uno allo scopo di
mostrare come non solo non smentiscano tale teoria, ma ne
costituiscano un’ulteriore conferma.
1) Nel primo caso, una paziente racconta di aver sognato di
andare insieme alla suocera in un luogo di villeggiatura. In
passato, la stessa paziente aveva raccontato a Freud di essersi
opposta a un’ipotesi di questo tipo, arrivando a prendere in
affitto una casa molto distante da quella della suocera. Come
conciliare il contenuto di questo sogno con la teoria del sogno
come appagamento di un desiderio? Freud offre questa spie-
gazione. La paziente, che in precedenza aveva dovuto dare
ragione a Freud riguardo a un episodio del proprio passato,
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