secondo l’inibizionenascedal divietoche colpisce l’omosessualità.
In entrambi i casi, si realizza una frustrazione profonda che segna
questa cruciale fasedello sviluppo. Nonèuncasoche la tragediadi
Sofocleabbia sempre colpitocosì tantogli spettatori di ogni epoca:
vi viene infatti rappresentataun’esperienza che tutti abbiamo fatto
e che ci ha segnato nel profondo.
Perché a un certo punto il “complesso di Edipo”viene meno? A
questa domanda Freud dà due risposte, una di carattere onto-
genetico (ossia relativa allo sviluppo del singolo bambino) una
di carattere filogenetico (ossia relativa allo sviluppo della specie
umana a cui il bambino appartiene). In base alla prima risposta,
il complesso viene rimosso a causa dell’assoluta impossibilità
che trovi soluzione e che il bambino realizzi il proprio appa-
gamento. In base alla seconda risposta, è il ritmo di sviluppo
della specie umana a prevedere che i legami sessuali familiari
vengano abbandonati, allo stesso modo in cui all’età di sette
anni cadono i denti da latte. A queste due motivazioni Freud
ne aggiunge una terza: si tratta del fatto che il bambino, ab-
bandonando il “complesso di Edipo”, sa inconsapevolmente che
più in là nel tempo prenderà il posto del padre. Inizia a questo
punto una nuova fase di sviluppo, quella di latenza, che va dai
sei anni all’inizio dell’adolescenza.
Q
ualche domanda
➜
Come nasce secondo Freud il “complesso di Edipo”?
➜
Per quali ragioni a un certo punto il “complesso di
Edipo” viene superato?
5
Fiducia e sfiducia
di Erik H. Erikson
L’autore
Erik H. Erikson (1902-1994) è
stato uno psicoanalista tedesco. Dopo
essersi formato in Austria, è emigrato
negli Stati Uniti, dove si è occupato pre-
valentemente dei processi di sviluppo
individuale.
L’opera
In
Infanzia e società
(1950), Eri-
kson analizza le fasi in cui si articola lo
sviluppo dell’individuo. A differenza di
Freud, che si era limitato ad analizzare
l’infanzia e l’adolescenza, egli va oltre
queste fasi, prendendo in esame l’inte-
ro ciclo della vita, dall’infanzia fino alla
vecchiaia.
Erikson giunge così a individuare otto fasi,
ognuna delle quali si caratterizza per un
conflitto tra tendenze opposte.
Il brano
Il brano che segue si riferisce alla
prima fase infantile, in cui le tendenze che
si oppongono nel bambino sono indivi-
duate nella fiducia e nella sfiducia.
Prime
manifestazioni
della fiducia
Le prime manifestazioni del fatto che
il bambino ha fiducia nell’ambiente
che lo circonda sono la facilità con cui
si nutre, la profondità del suo sonno e
la rilassatezza dei suoi intestini. L’esperienza dell’accordo
tra le proprie esigenze e la previdenza materna, gli consen-
te di arginare gradualmente il malessere causatogli dall’im-
preparazione all’ambiente al momento della nascita. Via
via che resta sveglio più a lungo, il bambino si familiarizza
con le avventure dei propri sensi e scopre che ad esse corri-
sponde una sensazione di benessere interiore. Le forme del
suo benessere e le persone ad esso associate gli divengono
familiari quanto le sofferenze che lo afferrano agli intestini.
Egli è allora matura per la sua prima conquista sociale, la
disposizione a rinunciare senza angoscia e senza ira alla vi-
sta della madre per aver fatto di lei una certezza interiore
oltre che l’oggetto di un’attesa.
La sicurezza e la continuità che vengono così acquisite
provvedono un rudimentale senso dell’identità dell’io
fondato, credo, sulla consapevolezza della correlazione
tra i contenuti del ricordo e dell’attesa e la serie delle per-
sone e delle cose familiari note.
Ciò che noi chiamiamo qui fiducia (
trust)
è tutt’uno con
ciò che T. Benedek
1
ha chiamato confidenza (
confidence
).
Se io preferisco servirmi della parola «fiducia» è perché
questa esprime meglio la semplicità e la reciprocità. Aver
fiducia implica in genere non solo l’aver appreso a far af-
fidamento sulla continuità e sulla identità dei provvisori
2
esterni, ma anche l’aver appreso ad aver fiducia in se stes-
so e nelle capacità dei propri organi e l’esser in grado di
considerarsi abbastanza degno di fiducia da non imporre
ai provvisori esterni un atteggiamento guardingo.
L’assenza
di fiducia
L’esperienza e la verifica continua dei
rapporti tra il mondo interno e l’ester-
no si imbattono in una prova cruciale
nel corso delle ire del periodo di dentizione
3
, allorché i den-
ti provocano una sofferenza interiore e le figure già amiche si
dimostrano di nessun aiuto, o addirittura si sottraggono ai
morsi che soli potrebbero dar sollievo. Io sono propenso a
credere che questa esperienza di uno stimolo che si dimostra
ostile all’io ha molti rapporti con la tendenza masochistica
che fa trovare nel farsi del male un freddo e crudele piacere
tutte le volte che un oggetto si è sottratto al nostro dominio.
sfiducia
e malattia
La schizofrenia infantile è lo stato che
permette di studiare meglio l’assenza
di fiducia; ma in una forma relativa
questa assenza è constatabile anche in personalità adulte
a carattere schizoide e depresso. In questi casi si è consta-
tato che il ristabilimento di uno stato di fiducia costitui-
sce la base della terapia. Qual si siano infatti le circostan-
ze che hanno provocato una crisi psicologica, le bizzarrie
e le scontrosità riscontrabili nel comportamento di molti
individui assai malati nascondono un tentativo di ricon-
quistare la possibilità del rapporto sociale per mezzo di
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