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rivelatori
. Uno di questi è il cosiddetto
segno di Russell
– dal nome dello psichiatra
inglese
Gerald Russell
(1928), che per primo descrisse la bulimia nel 1979: alcuni in-
dividui bulimici presentano cicatrici e abrasioni sul dorso della mano, procurate nel
tentativo di autoindursi il vomito, introducendo le dita in gola. Un altro segno fre-
quente è rappresentato dalla limatura dei denti incisivi, dovuta all’aumento dell’acidi-
tà nel cavo orale anch’essa correlata al vomito frequente.
Possibili spiegazioni della bulimia
Come l’anoressia, anche la bulimia può essere de-
terminata da
fattori sociali e ambientali
. I
mass media
, promuovendo modelli este-
tici di
estrema magrezza
, possono avere un’influenza potenzialmente negativa sulle
adolescenti: nelle comunità dove il prototipo di bellezza è rappresentato dalla donna
di forme arrotondate, come presso le popolazioni di cultura araba, questa patologia è
infatti meno diffusa.
Cinema
e letteratura
La solitudine dei numeri primi
Durante il liceoMattiaeAlice si incontranoe
stringonoun forte legame, alimentatodalla
consapevolezzadi condividere ilmedesimo
destino, ma i rispettivi problemi finiscono
per tenerli sempre un po’distanti.
Pur innamorati unodell’altro, non riescono
a confidarsi i reciproci sentimenti. Una vol-
ta adulti, le loro strade si dividono: Mattia,
dopo la laurea in matematica, ottiene una
borsa di studio in un’università tedesca;
Alice invece abbandona gli studi per dedi-
carsi alla fotografia. La madre di lei intanto
si ammala, e inospedale la ragazza conosce
Fabio, medico che diventerà suomarito.
I due si rincontrano verso i trent’anni: ilma-
trimonio di lei è ormai finito, e sono ancora
entrambi soli.Tra i due ci sono ancoramolti
silenzi,ma forse si sonofinalmente ritrovati.
Il film
La solitudine dei numeri primi
è un
film del 2010 di Saverio Costanzo, ispirato
al romanzo omonimo di Paolo Giordano.
Trama
Il film racconta le vicende di Mattia
e Alice, accomunati da un’esistenza che è
stataper entrambi segnatadalla solitudine
edall’incapacità di comunicare congli altri,
in primo luogo con i genitori.
Da bambina, Alice è costretta dal padre
a prendere lezioni di sci, che lei odia, e in
seguito a una brutta caduta si rompe una
gamba e resta zoppa.
Il piccolo Mattia, invece, si rende respon-
sabile della scomparsa della sua gemellina
autistica, Michela, che abbandona su una
panchina per poter andare alla festa di un
suo compagno.
Durante l’adolescenza, hanno entrambi
grossi problemi personali e relazionali. Ali-
cehagrandi difficoltà adaccettare se stessa
e il proprio corpo e ha un rapporto molto
conflittuale con i genitori, inparticolare con
il padre, che incolpa per il suo incidente.
Questi disturbi sfocianonell’anoressia enel
rifiuto del cibo. Oggetto degli scherni del-
le compagne, Alice finisce per idealizzare
e assumere come modello proprio la più
prepotente tra loro, Viola, che è la ragazza
più bella della scuola.
Mattia è altrettanto solo: non riesce a confi-
darsi davveroneppure con il suounicoami-
co,Denis, il suocompagnodi banco, esfoga i
sensi di colpachesi trascinadietrodall’infan-
zia in comportamenti autolesionisti.
Significato
Il film è una riflessione sui
percorsi che conducono le persone a
chiudersi nella propria solitudine
. Certi
vissuti dell’infanzia, la fragilità e l’incertezza
dell’età adolescenziale possono portare
a un rapporto conflittuale con sé e con
gli altri, e a comportamenti autolesionisti
come l’
anoressia
, specialmente laddove
manca la comunicazione con la famiglia
e gli amici.
Titolo originale:
La solitudine dei
numeri primi
Regia:
Saverio Costanzo
Italia, 2010, 118’, colore
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