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mitare, e caratterizzati da un alto contenuto glicemico, come per esempio, torte op-
pure panini imbottiti.
… sintomi fisici e psicologici…
Come nel caso dell’anoressia, anche chi ha problemi
di bulimia soffre di una
bassa autostima
e di
gravi problemi rispetto alla
propria im-
magine
, alla
percezione
e all’
accettazione del proprio corpo
.
Il vomito rappresenta per queste ragazze il giusto “premio”, ovvero il senso di piacere che
provano dopo quello di vergogna, e dopo l’ennesima dimostrazione data a se stesse di non
essere capaci di inibire la propria volontà malata, ovvero la
componente compulsiva
.
L’incidenza della bulimia, letteralmente “fame da bue”, è alquanto bassa nella prima
pubertà, ma cresce notevolmente tra i 12 e i 35 anni, con particolare frequenza intor-
no ai 18, colpendo tra l’1 e il 5% delle adolescenti.
… e comportamenti
I soggetti bulimici
non hanno tendenze perfezionistiche
, co-
me quelli anoressici, e frequentemente presentano
comportamenti autolesivi
e con-
dotte a rischio, come il ricorso a droghe, alcol e sessualità promiscua, cioè con sogget-
ti diversi contemporaneamente.
La bulimia non comporta necessariamente un aumento né un calo evidente della mas-
sa ponderale e, di conseguenza, può essere tenuta nascosta facilmente a genitori e in-
segnanti. A una osservazione più attenta, però, si possono notare alcuni
segni fisici
Le domande
del presente
La famiglia ha un ruolo nell’anoressia?
continuo della sua difficile digestione; mo-
stra inoltre un tono depresso, e descrive la
moglie come simile a lui in questo tratto
del carattere.
Ciò incide negativamente sulla capacità di
Robertadi relazionarsi affettivamente con i
genitori, inparticolare
con lamadre
: la de-
finisce soffocante e oppressiva e ha spesso
crisi di rabbia
nei suoi confronti. La ragazza
racconta che suo padre, quando serve in
tavola, dà più cibo alla madre che a lei, e
questo la fa infuriare. Al contempo, nutre
Roberta ha 17 anni e vive con i suoi geni-
tori, Mauro e Bianca: la sua famiglia è unita
e presente.
Daunpo’di tempoperò, la ragazza èosses-
sionata dal proprio peso ed è terrorizzata
dall’ideadi ingrassare, pur essendomagris-
sima. Mauro accompagna allora Roberta a
un colloquio conuna psicologa. La ragazza
non ha più il ciclomestruale da vari mesi, e
pesa 38 kg per 1,65 mdi altezza.
Mauro, dal canto suo, soffre da anni di una
dolorosa colite che lo porta a lamentarsi di
invidiaverso lamadre
, per esempioper la
sua scarsa tendenza a ingrassare.
D’altra parte, Roberta non riesce a svinco-
larsi dalla famiglia, perché
si sente incolpa
.
Dal colloquio emerge anche che la ragazza
ha
scarsaautostima
, e ciò laporta a temere
ogni impegno, come se si sentisse costan-
tementegiudicata, pur essendobravissima
a scuola.
Il suo
bisogno di rassicurazione
fa sì che
cerchi confermenelle relazioni affettive,ma
in realtà tende a innamorarsi di ragazzi che
la fanno soffrire.
Attraverso lo“scioperodella fame”, Roberta
manifestaqueste sue
difficoltàacrescere
.
Viene dunque proposta una terapia fami-
liare, con due obiettivi:
• rendere Roberta
più autonoma
dai geni-
tori (e viceversa)
• spostare l’enfasi dal cibo alla
vita
.
I genitori vengono convinti a non interes-
sarsi piùall’alimentazionedi Roberta (lei ini-
zia a fare la spesa, a cucinare e consumare i
pasti da sola), finalizzando invece la comu-
nicazione intrafamiliare a progetti comuni
(viaggi, vacanze ecc.). Attraverso la terapia i
genitori e la ragazza trovanounnuovoepiù
forte sensoai loro legami affettivi eRoberta
dà segni di miglioramento.
Il rifiuto del cibo
può essere la spia di
problemi di insicurezza
legati allo sviluppo della
personalità.
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