Le possibili soluzioni, per vittime e “carnefici”
Oltre alle strategie volte al sostegno fa-
miliare e individuale,
la scuola
può avere un ruolo di rilievo nella prevenzione del bul-
lismo,
promuovendo
la cultura del rispetto e della solidarietà
, coinvolgendo le fa-
miglie per favorire la comunicazione e aiutando vittime e carnefici a sentirsi meno so-
li. Aiutare i bulli non significa assumere
comportamenti permissivi nei loro confronti;
è indispensabile infatti che la scuola
sanzioni
i comportamenti non accettabili attra-
verso forme di
punizione esemplare
. Ma questo non basta: sono necessari interventi
psicopedagogici sia per supportare le vittime, affinché non si sentano sole ma protette
dalla comunità, sia per aiutare i bambini violenti a superare il disagio che li conduce a
comportamenti aggressivi.
In particolare, per quanto concerne i persecutori, è importante aiutarli anche a cana-
lizzare le energie e gli impulsi violenti
in direzioni socialmente accettabili
. In questo
senso, può essere risolutivo l’esercizio di uno
sport
che insegni a scaricare l’
aggressi-
vità
all’interno di regole, e nel rispetto dell’avversario. È bene inoltre ricordare che la
noia
e la
mancanza di stimoli
favoriscono la nascita dell’aggressività e di atteggiamen-
ti antisociali. Da qui, l’importanza, spesso sottovalutata, di progettare e salvaguardare
spazi dedicati al tempo libero dei ragazzi.
3
L’anoressia e la bulimia
Il corpo che cambia e i disturbi alimentari
Una questione centrale nel corso dell’ado-
lescenza è
l’accettazione del proprio corpo
. In questa fase, infatti, l’adolescente impa-
ra a conoscere e ad accettare la sua trasformazione fisica e la sua maturazione sessuale.
Questo processo comporta sempre un certo grado di stress, in quanto obbliga i ragaz-
zi a mettere in discussione l’immagine del sé corporeo che si erano progressivamente
costruiti. Insieme alla
tempesta ormonale
tipica di questa età, l’adolescente si trova a
dover comprendere e gestire, non senza difficoltà,
sensazioni sconosciute
e
trasfor-
mazioni
provenienti dall’
interno
(fisiche, intellettive, emotive) e dall’
esterno
(rapporti
con l’altro sesso, con i familiari, con la scuola e i compagni), le quali richiedono nuovi
linguaggi e nuove strategie.
I cambiamenti fisici e ormonali
possono produrre
stati di angoscia
negli adolescenti;
in particolare, i ragazzi e le ragazze si preoccupano eccessivamente del loro aspetto fi-
sico, si sentono inadeguati, indesiderabili. Per questo, proprio nel periodo adolescen-
ziale, insorgono spesso importanti
disturbi alimentari
, legati a problemi sia nel rap-
porto con
il cibo
sia con
la propria immagine corporea
. In altre parole i principali
disturbi alimentari,
anoressia
e
bulimia
, pur manifestandosi con sintomi e modalità
molto diverse, sono perlopiù connessi a una
distorta percezione di sé
, e a una
man-
cata accettazione del proprio corpo
.
Dunque le difficoltà legate all’alimentazione, se transitorie, vanno riconosciute come
varianti
del comportamento alimentare e non costituiscono necessariamente una mi-
naccia per il benessere dell’adolescente; al contrario, la
persistenza di queste difficoltà
e l’adozione di una modalità particolare di nutrirsi deve essere percepita come un cam-
panello di allarme di un problema da affrontare seriamente. In questa fase gli
adulti
possono giocare
un ruolo fondamentale
: gli adolescenti potranno più facilmente im-
parare a piacersi se l’esempio ricevuto dagli adulti è di accettazione di se stessi, senza
la necessità di ricorrere ad artifici e camuffamenti del corpo e dell’emotività. I genito-
ri dovrebbero insegnare ai propri figli, fin da bambini, a
vivere il proprio corpo come
Q
ualche domanda
➜
Che cos’è il bullismo
e dove si esercita in
particolare?
➜
Chi è il bullo e chi è la
sua vittima?
➜
Qual è lamigliore
strategia per prevenire
il fenomeno?
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