• I
metodi indiretti
, al contrario, comprendono strategie più sottili, come pettego-
lezzi, calunnie, umiliazioni verbali, finalizzate all’isolamento della vittima.
È stato osservato che, generalmente, il metodo diretto è caratteristico dei comporta-
menti maschili, mentre quello indiretto si manifesta maggiormente nelle
ragazze
. Oc-
corre infatti aggiungere che, negli ultimi anni, il bullismo ha cessato di essere un feno-
meno strettamente maschile: sono sempre più frequenti, infatti, i casi in cui le ragazze
sono state
al centro di violenze e sopraffazioni
sia nei confronti di altre adolescenti,
sia come leader di gruppi di teppisti.
Caratteristiche del bullo e fattori del suo comportamento
Come si è detto, i bulli so-
no attratti dalla violenza e sono spesso caratterizzati da
atteggiamenti impulsivi
, non-
ché da un forte bisogno di
dominare
gli altri; si tratta, in genere, di bambini e ragazzi
che ostentano molta sicurezza in se stessi. È possibile individuare tre tipologie di bulli:
• il
bullo aggressivo
, che è anche il più diffuso, è fisicamente ed emotivamente for-
te, impulsivo, sicuro di sé, indifferente ai sentimenti altrui; solitamente assume il
ruolo del capo all’interno del gruppo, in cui suscita timore e ammirazione;
• il
bullo ansioso
rappresenta la tipologia più problematica, e condivide molte delle
caratteristiche delle vittime: è psicologicamente fragile, insicuro, poco amichevole,
aggredisce ragazzi più forti e provoca attacchi di altri bulli;
• il
bullo passivo
, al contrario, non è particolarmente aggressivo, si aggrega al gruppo
e assiste alle violenze messe in atto, piuttosto che parteciparvi direttamente. Questi
soggetti tendono a sentirsi in colpa dopo aver agito e, di conseguenza, sono porta-
ti alla confessione della violenza perpetrata. A differenza degli altri bulli, questi ra-
gazzi manifestano una scarsa stima di sé.
Ancora una volta,
i
fattori
che sembrano influenzare maggiormente il comportamento
aggressivo dei bulli possono essere rintracciati nelle
loro
relazioni familiari
, che spes-
so sono
disfunzionali. Non di rado, infatti, questi ragazzi provengono da famiglie in
cui non vi è un buon grado di comunicazione, né di coesione, e dove, da parte dei ge-
nitori, vi è un diffuso atteggiamento di disimpegno educativo. Di norma, questi ado-
lescenti vivono in contesti familiari in cui le relazioni sono anaffettive, e dove godono
di un’esagerata permissività, che rafforza ulteriormente il loro senso di “onnipotenza”.
Anche l’avere come riferimento dei model-
li familiari violenti, in cui si fa ricorso fre-
quentemente alla punizione fisica, può svi-
luppare nei ragazzi l’atteggiamento violen-
to e aggressivo tipico dei bulli.
Non solo la famiglia, ma tutto il
contesto
sociale e culturale
in cui è inserito il ra-
gazzo, incide sulla formazione di condot-
te aggressive. Il prolungato contatto con
gruppi aggressivi, l’esposizione a model-
li violenti tramite i media o i videogiochi,
possono favorire, in concorso con altri ele-
menti, la messa in atto di comportamen-
ti devianti.
Il fenomeno del bullismo tra
adolescenti è molto diffuso,
specie in Italia.
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