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Si assiste oggi al tentativo, talvolta faticoso, da parte di molti adulti di colmare ritardi di
mentalità e lacune anche di tipo tecnico. Una delle problematiche principali è rappresen-
tata, non a caso, dalla cosiddetta “
divergenza cognitiva
” tra docenti e studenti. Questi
ultimi vantano non di rado competenze superiori a quelle dei loro insegnanti. Don Tap-
scott, una delle più influenti autorità nel campo dei media dopo il teorico delle comuni-
cazioni sociali Marshall McLuhan, ha osservato che «per la prima volta i figli si muovo-
no con maggior agio dei loro genitori davanti a una innovazione centrale per la società e
sono più informati e istruiti al riguardo» e, a suo dire, proprio in virtù di questo vantag-
gio «la
net generation
svilupperà e imporrà la sua cultura al resto della società» (
Growing
up Digital: The Rise of the Net Generation
, 1998).
Gli studi e le ricerche nel campo dell’educazione alla multimedialità si snodano intor-
no a tre questioni principali:
l’acquisizione di abilità e conoscenze nell’uso degli strumenti multimediali;
la definizione degli ambienti di apprendimento e delle condizioni educative entro
cui il loro impiego si può svolgere in condizioni ottimali;
la formazione del senso critico e della capacità di discernimento.
Per quanto riguarda il primo e il secondo punto, l’introduzione degli
strumenti di-
dattici multimediali
non può che essere segnata dal principio della gradualità con il
passaggio dalla dimensione ludico-esperienziale a quella
logico-concettuale
, seguen-
do il normale sviluppo dell’esperienza dei bambini e dei ragazzi. Diversi autori condi-
vidono il seguente schema quadrangolare:
abilità di tipo tecnico, connesse alla capacità di usare in modo appropriato lo stru-
mento tecnologico;
abilità relative all’accesso e alla comprensione dei contenuti, come saper decifrare co-
dici multimediali o sapersi orientare nella rete in funzione di finalità e scopi specifici;
abilità riguardanti la pianificazione delle attività nel tempo, sia in relazione a un pro-
getto collaborativo sia in ragione di attività gestite in proprio;
abilità di interazione, ossia capacità di sviluppare le opportune relazioni in un am-
biente virtuale.
Si tratta, in sostanza, di integrare in modo progressivo la semplice abilità strumen-
tale con altre più articolate per acquisire livelli di padronanza non solo di tipo li-
neare (come quella fornita dai videogiochi o dai giochi didattici, con i quali si com-
pie la prima alfabetizzazione informatica), ma di strutture ipertestuali più comples-
Don Tapscott e la copertina
del suo libro del 1998.
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30/12/