La configurazione delle situazioni educative, nella fattispecie, sarebbe perciò forte-
mente segnata non tanto dall’esigenza di padroneggiare dei meccanismi tecnici a sca-
pito della riflessione sui contenuti, sulla natura stessa del media, dei suoi rapporti con
l’esperienza reale e con la costruzione dei saperi, quanto dalla struttura dell’impianto
infotelematico e dei linguaggi ad esso connessi. I processi dipenderebbero in sostanza
dalle procedure, con il rischio dell’appiattimento di tutte le dimensioni della persona
sulla
performance
operativa.
Un secondo nodo problematico riguarda il prevalere dell’
approccio individuale
(e
spesso individualistico) nell’esperienza della Rete, a danno della dimensione sociale
dei processi educativi. Questa condizione costituisce una realtà difficilmente contesta-
bile, secondo quanto sostiene Krishnan Kumar (Dipartimento di Sociologia dell’Uni-
versità della Virginia): è possibile che i milioni di individui che quotidianamente na-
vigano in Rete pensino di partecipare a una straordinaria impresa collettiva, ma nella
maggior parte dei casi i loro rapporti non generano alcun senso autentico di comuni-
tà. A unirli non è nemmeno la voce umana, ma al suo posto vi sono un certo nume-
ro di messaggi scritti, una serie di servizi tecnici e una montagna di inserzioni pub-
blicitarie elettroniche.
Anziché esercitare il nostro “controllo” e favorire una partecipazione personale all’am-
biente sociale a noi più vicino, l’esperienza infotelematica indurrebbe a sopravvalutare
la virtualità, creando un mondo parallelo e alternativo a quello reale.
Q
ualche domanda
➜
Quali sono gli aspetti
del rapporto
uomo-macchina?
➜
Due problematiche
limitano la visione
positiva del modello
a rete: sapresti
indicarle?
Cinema
e letteratura
The social network
derevole competenza in campo informa-
tico, ma decisamente più insicuro nell’am-
bito della vita sociale. Escluso dai gruppi
di élite che ruotano intorno all’ambiente
Socializzare in Rete
La dimensione pri-
vata dell’esperienza in Rete è parzialmente
mitigata dal fenomeno, sempre più diffu-
so, dei social network. Scopo di queste reti
è di connettere tra loro più persone, dando
la possibilità di condividere contenuti dei
generi più svariati: immagini, video, testi,
opinioni personali. Il più conosciuto di
questi social network è sicuramente Face-
book: creato nel 2004 daMark Zuckerberg,
conta milioni di iscritti in tutto il mondo e,
pur essendo utilizzato principalmente da
giovani, trova i suoi utenti in quasi ogni
fascia di età.
Il film
Le vicende che hanno portato alla
creazione di Facebook sono state narrate
da David Fincher nel film
The social net-
work
. Protagonista è naturalmente Mark
Zuckerberg (impersonato dall’attore Jesse
Eisenberg), uno studente della prestigiosa
Università di Harvard, dotato di una consi-
Titolo originale:
The social network
Regia:
David Fincher
USA, 2010, 120’
universitario e dopo essere stato lasciato
dalla fidanzata, Zuckerberg acquista no-
torietà grazie alla creazione di un software
che ne mette in luce l’abilità di program-
matore. Per questo viene contattato dai
fratelli Cameron e Tyler Winklevoss, due
studenti che da tempo avevano in mente
di elaborare un programma che fosse in
gradodi connettere gli studenti di Harvard
tra di loro. Zuckerberg non svilupperà mai
il progettodei fratelliWinklevoss, ma pren-
derà spuntodalla loro ideaper realizzareun
altro, benpiù ambiziosoprogetto. Nasce in
questo modo Facebook, il software attra-
verso cui oggi milioni di utenti in tutto il
mondo possono connettersi e scambiarsi
informazioni.
M7_LIBRO_3B.indb 400
30/12/