classi separate da quelle dei maschi. Anche le donne, infatti, dovevano partecipare alla
vita della nazione, allevando nuove generazioni di cittadini consapevoli dei loro diritti
e dei loro doveri. Servivano, quindi,
cittadine istruite
ed educate secondo i sani prin-
cipi della repubblica per educare buoni cittadini.
Persino tra i conservatori l’educazione femminile cominciò a liberarsi, seppure lenta-
mente, di alcuni degli stereotipi della letteratura cinque-seicentesca. Certo, se in ge-
nerale restava alto il livello di diffidenza per il genere femminile, considerato per sua
natura incline alla vanità, in pochi ormai pensavano che fosse giusto tenere nell’igno-
ranza e nella subalternità metà della popolazione. Così come un uomo istruito, an-
che una donna istruita rappresentava un
bene per la collettività
, in quanto a scuola
avrebbe ricevuto gli insegnamenti necessari a servire al meglio la sua patria, repubbli-
ca o monarchia che fosse.
Restavano da convincere le famiglie, specialmente quelle più povere, che da sempre
utilizzavano le ragazze per i lavori domestici ed erano assai restie a modificare compor-
tamenti e stili di vita vecchi di secoli. I ceti più ricchi e quelli produttivi, però, erano
preparatissimi a un cambiamento di questo tipo, anzi lo richiedevano da tempo. Non a
caso quando, nei primi decenni dell’Ottocento, gli Stati cominciarono ad aprire scuole
femminili, le ragazze vi si iscrissero in gran numero.
Q
ualche domanda
➜
Nel Settecento,
a quali debolezze
si pensava che la
donna andasse
incontro?
➜
Come cambia la sua
vita con il periodo
rivoluzionario?
➜
Che cosa muta
nell’educazione
femminile?
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30/12/