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La preesistenza
del sapere
Il sapere preesiste nel discente
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in po-
tenza
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non puramente passiva, ma
attiva; altrimenti l’uomo non potreb-
be da solo acquistare il sapere.
Come, dunque, uno guarisce in due modi: in un primo
modo per opera della sola natura, in un secondo modo
mediante la natura con l’aiuto della medicina; così vi è
pure un duplice modo per ac­quistare il sapere: il primo,
quando la ragione naturale
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giunge da sola alla cono-
scenza di quello che ignora, e questo modo si chiama
invenzione; il secondo, quando la ragione naturale viene
aiutata esteriormente da qualcuno, e questo modo si dice
insegnamento.
Arte e natura
Invero
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, in ciò che è prodotto dalla
natura e dall’arte, questa opera come
la natura e con gli stessi mezzi. Come, infatti, a colui che
è am­malato per cagione
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di freddo, la natura restituireb-
be la salute dando calore, così fa anche il medico; onde
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si dice che l’arte imita la natura. Lo stesso accade nell’ac-
quisto del sapere, poiché il docente conduce alla cono-
scenza delle cose ignote alla stessa guisa che uno, per via
inventiva
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, conduce se stesso alla conoscenza di ciò che
non conosce.
La natura
dell’insegnamento
Il processo, invero, della ragione,
per pervenire alla conoscenza di ciò
che ignora, per via inventiva si svol-
ge applicando i principi co­muni, per sé noti, a determi-
nati argomenti, giungendo così ad alcune conclusioni
particolari, e da queste ad altre; onde si dice che uno in-
segna ad un altro in quanto espone a lui mediante segni
questo processo razionale che egli fa in se stesso con la
propria ragione; sicché la ragione del discepolo si serve di
tali segni, come di strumenti, per giungere alla conoscen-
za di ciò che ignora.
Come dunque si dice che il medico causa la guarigione
nel malato, benché propriamente sia la natura quella che
opera, così anche si dice che un uomo può dare la scienza
ad un altro, benché quella che propriamente opera sia
la ragione del discepolo: e questo è l’inse­gnare, per cui
si dice che un uomo insegna ad un altro ed è suo mae-
stro. E in questo senso dice il Filosofo
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, nel primo libro
degli
Analitici posteriori
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che la dimostrazione è un sillo-
gismo
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che fa sapere.
Opinione e fede
Se invero uno propone ad un altro
cose che non sono incluse nei princi-
pi per sé noti, o che non sembrano incluse, non produrrà
in lui un sapere, ma forse opinione o fede; benché anche
questo sia cau­sato in qualche modo da principi innati
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.
Infatti in forza degli stessi principi per sé noti uno consi-
dera che quelle proposizioni, le quali derivano necessaria-
mente da essi, sono da ritenere con certezza, mentre quel-
le contrarie ad essi sono da respingere; per le altre propo-
sizioni, invece, può dare o meno il proprio assenso.
Il lume
della ragione
Siffatto lume della ragione, per cui
tali principi ci sono noti, è posto in
noi da Dio, come una rassomiglianza
dell’increata
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verità che è presente in noi. Onde, sicco-
me nessun insegnamento umano può avere efficacia se
non in virtù di quel lume, è chiaro che solo Dio, prima di
ogni altro, ci insegna dal di dentro, così come la natura,
prima di ogni altro agente, dall’interno conduce a guari­
gione (r). Tuttavia, come s’è detto, si può propriamente
parlare del guarire e dell’insegnare. […]
Un sapere
simile a quello
del maestro
Al sesto dubbio si deve rispondere
che il docente non trasfonde
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il sa-
pere nel discepolo, come se quello
stesso sapere che è nel maestro si tra-
vasasse nel discepolo; ma che attraverso l’insegnamento si
produce nel discepolo un sapere simile a quello che è nel
maestro, portato dalla potenza all’atto, come si è detto
sopra. […]
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 L’acquisto del sapere
di Tommaso d’Aquino
L’autore
 Tommasod’Aquino (1225-1274)
è stato uno dei maggiori pensatori me-
dievali. Si deve alla sua opera il più com-
piuto tentativo di sintetizzare il pensiero
cristiano con la filosofia aristotelica.
L’opera
 Durante il periodo trascorso
a Parigi, Tommaso scrive le
Quaestio
disputata De Veritate
. Di queste, l’undi-
cesima è dedicata alla figura del mae-
stro. Discussa negli anni 1257-1258, la
questione si compone di quattro arti-
coli che trattano, rispettivamente, della
possibilità che ha l’uomo di insegnare e,
quindi, di essere considerato maestro,
dell’essere maestri a se stessi, dell’inse-
gnamento da parte degli angeli e infine
della natura dell’insegnamento, se sia
un atto contemplativo o attivo.
Il brano
 Il passo riportato è tratto dal
primo articolo, precisamente dal
respon-
deo
, ovvero da quella parte in cui l’autore
esprime la propria personale posizione,
dopo aver fatto una rassegna delle opi-
nioni a favore o contrarie, e prima di ri-
spondere agli interrogativi sollevati (qui
riferiti, solo parzialmente, come risposte
al sesto e nono dubbio).
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