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Sistemi
informativi e
socializzazione
La socializzazione comprende il con-
trollo dell’accesso all’informazione di
un gruppo
1
. Più i sistemi informativi
sociali
2
sono separati, meglio si pos-
sono stabilire e mantenere chiari stadi di socializzazione
nei gruppi. Per esempio, le caratteristiche informative
della stampa consentono una strutturazione rigorosa dei
gradi di socializzazione dei bambini, degli immigrati e di
altri individui “estranei”. [...]
La complessità della stampa richiede un lungo periodo
di apprendimento già solo per capire il codice di acces-
so elementare. Il bambino piccolo, l’analfabeta e, a vari
livelli, l’immigrato sono dunque esclusi dalla maggior
parte delle comunicazioni diffuse dalla stampa. Inoltre, si
possono inviare molti tipi di messaggi a individui con di-
verse capacità di lettura. Attraverso la stampa, si controlla
“automaticamente” quello che gli individui imparano e la
loro velocità di apprendimento
3
.
Invece, sotto l’influsso dei media elettronici
4
, questi stadi
di socializzazione sono meno delineati. A differenza del-
la stampa, la forma rappresentativa della televisione non
consente una chiara differenziazione tra le informazioni
adatte ai bambini in età prescolare, ai bambini di prima
media e agli adulti.
Alla televisione, le separazioni sono piuttosto vaghe e am-
bigue
5
. [...]
La televisione 
e le
informazioni
Alla televisione non esiste una censu-
ra implicita come quella dei libri. La
stampa isola i bambini dagli adulti e
li divide in categorie di età, mentre la
televisione lancia tutti in un sistema informativo comu-
ne. Ovviamente, la televisione non elimina i livelli di let-
tura
6
, ma elimina l’isolamento quasi totale dei singoli si-
stemi informativi creati dalla stampa. Benché sicuramen-
te i bambini abbiano ancora la necessità di consultare i
libri, la capacità di leggere non determina più l’ordine e
la progressione secondo cui i bambini scoprono le infor-
mazioni “adulte”.
La sicurezza di un sistema informativo dipende soltanto
dalla sua apertura più piccola. La porta che conduce alle
informazioni offerte dai libri è ancora solida e massic-
cia, ma ora la televisione fornisce ai bambini un ampio
buco della serratura attraverso il quale possono osservare
il mondo degli adulti.
Informazioni
sociali
indifferenziate
Un tempo, le conoscenze del bambi-
no erano dettate soprattutto dall’età.
Categorie molto diverse di bambini
erano a contatto con informazioni
dello stesso tipo perché appartenevano allo stesso gruppo
di età. Ora, attraverso i media elettronici, i bambini di
ogni età ricevono informazioni sociali riguardanti “tutte
le età”.
Oggi i bambini sono costretti, molto più che nella cultu-
ra della carta stampata, a compiere un’evoluzione cogni-
tiva e sociale individuale, come mezzo per raggiungere il
loro status sociale. La strutturazione rigorosa di attività,
conoscenze e ruoli in base all’età sembra ormai inutile.
(J. Meyrowitz,
Oltre il senso del luogo
, Baskerville, Bologna 1993)
1.
Meyrowitz sottolinea qui il fatto che chi è soggetto attivo della socia-
lizzazione (l’insegnante, il genitore) di norma “controlla” l’accesso alle in-
formazioni di coloro che sono in fase di socializzazione, poiché si presume
che non tutte le informazioni siano idonee a trasmettere il patrimonio di
norme e valori della cultura dominante della società. Difficilmente un edu-
catore farà leggere ai bambini il Financial Times o Playboy.
2.
Per «sistemi
informativi sociali» si intendono qui i mass media: libri, giornali, televisio-
ne.
3.
Per esempio, un bambino di sette anni è in grado di leggere solo pa-
gine composte con poco testo a grandi caratteri e molti disegni (i libri per
l’infanzia). Automaticamente, pressoché tutte le informazioni contenute su
un giornale gli sono precluse. Il Financial Times può stampare notizie non
adatte ai bambini senza doversi fare un eccesso di scrupoli.
4.
Qui si in-
tendono la radio e la televisione.
5.
Anche i bambini, per esempio, sono in
grado di seguire un film per adulti.
6.
Resta sempre la capacità individuale
di capire un messaggio più o meno in profondità.
Commento
Meyrowitz analizza il rapporto tra l’acces-
so alle informazioni da parte di un grup-
po e la socializzazione. A questo proposito, egli sostiene l’esi-
stenza di una rapporto inversamente proporzionale tra grado
di separazione dei sistemi informativi e il controllo degli stadi
di socializzazione dei diversi gruppi: «Più i sistemi informativi
sociali sono separati – si legge nel testo –, meglio si possono
stabilire emantenere chiari stadi di socializzazione nei gruppi».
A sostegno della propria tesi, Meyrowitz considera il tipo di
informazione proveniente dalla stampa e quello proveniente
dalla televisione. La stampa, spiega il sociologo americano,
ha un codice informativo complesso, che richiede un lungo
apprendistato. Di conseguenza, la lettura della carta stampata
è appannaggio solamente di alcune categorie, mentre altre
ne vengono escluse (ne sono escluse, per esempio, i bambini
piccoli e gli analfabeti). Le cose cambiano, invece, se si consi-
dera la televisione. La televisione utilizza un codice informativo
accessibile a tutti. Ciò comporta l’impossibilità di controllare
quale gruppo sociale ne sarà il ricevente: tutti, adulti, bambini,
analfabeti ecc, possono ascoltare quello che viene detto. Non
c’è dubbio sul fatto che esistono diversi livelli di comprensione:
un adulto è in grado di comprendere le notizie di un telegiorna-
lemeglio di quanto non possa fare un bambino. Tuttavia non si
può negare che l’accesso alle notizie televisive sia aperto a tutti.
La necessità di consultare i libri resta importante, ma il saper
leggere non costituisce più lo scalino che i bambini devono
necessariamente salire per arrivare alle informazioni adulte.
Un tempo le conoscenze del bambino erano regolate dall’età,
vale a dire che i bambini della stessa età accedevano allo stesso
tipo di informazioni. Ora, attraverso i media elettronici, tutti i
bambini ricevono informazioni sociali che riguardano tutte le
fasce di età. La conclusione di Meyrowitz è che «oggi i bambini
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