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mento, tuttavia, le cose cambiano: il bambino si rende conto
che la madre è andata in collera non perché ha rovesciato la
minestra in quel determinato momento, ma per il semplice
fatto di aver rovesciato la minestra. Capisce dunque che la
madre andrà in collera ogni volta che si comporterà in quel
modo. In seguito, lo stesso bambino compie un ulteriore pro-
cesso di generalizzazione. Comprende infatti che l’azione che
ha commesso viene disapprovata non solo dalla madre, ma da
tutte le persone che gli sono attorno e che per lui sono impor-
tanti (il padre, la nonna, la sorella maggiore). Di conseguenza,
vedendo che tutti sono contrari a questo suo gesto, sarà por-
tato interiorizzare la norma generale, secondo cui non si deve
rovesciare il piatto di minestra.
L’astrazione dagli atteggiamenti e dalle persone che si hanno
vicine, viene chiamato dagli autori l“«altro generalizzato”. La
presa di coscienza dell’altro generalizzato costituisce una fase
cruciale della socializzazione, perché comporta l’interiorizza-
zione della società in quanto tale.
Gli autori notano inoltre che nella socializzazione primaria il
bambino non può scegliere le persone per lui importanti, non
può scegliere i genitori; dunque egli interiorizza il mondo delle
persone importanti non come uno dei mondi possibili ma come
l’unico mondo possibile. Per questo motivo, il meccanismo
della socializzazione primaria può essere considerato alla stre-
gua di una“truffa”: la“truffa”consiste nel fatto che la società fa
apparire come necessario ciò che in realtà non è altro che un
insieme di fatti contingenti.
Q
ualche domanda
In che modo il bambino riconosce una norma
generalizzata?
Definisci il concetto di “altro generalizzato”.
Durante la socializzazione primaria il bambino può
scegliere le persone importanti? Motiva la tua risposta.
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I tre principi della scuola del soggetto 
di Alain Touraine
L’autore
Alain Touraine (1925) è un so-
ciologo francese, fondatore e direttore
del
Centre d’étude desmouvements sociaux
di Parigi. Oggetto principale delle sue ri-
cerche sono la sociologia del lavoro e i
movimenti sociali. È noto per aver coniato
l’espressione“società post-industriale”per
designare la società contemporanea.
L’opera
In
Libertà, uguaglianza, diversi-
tà. Si può vivere insieme?
(1997), Touraine
affronta quella che ai suoi occhi appare
la sfida decisiva della società post-indu-
striale, ovvero se si possano conciliare i
fondamentali principi di libertà e di ugua-
glianza con l’esistenza di soggettività in-
dividuali diverse tra loro. Il sociologo fran-
cese risponde inmodo positivo e indica la
soluzione nell’appartenenza a comunità
aperte agli scambi con l’Altro.
Il brano
Nel brano riportato, Touraine
enuncia i principi su cui, a suo parere, si
dovrebbe fondare una scuola capace di
formare soggetti liberi e aperti all’Altro.
Sono tre i principi individuati dall’autore:
il primo afferma la necessità di formare
e rafforzare la libertà personale del Sog-
getto; il secondo riguarda la capacità di
riconoscere l’Altro nella sua diversità; il
terzo, infine, consiste nella volontà di cor-
reggere le disuguaglianze.
Il primo 
principio 
della scuola 
del soggetto 
Il primo principio della scuola del
Soggetto è quello che segna il muta-
mento più evidente: l’istruzione deve
formare e rafforzare la
libertà perso-
nale del Soggetto
. Occorre rivendicare
il passaggio da un’istruzione dell’offerta a un’istruzione
della domanda, anche se questa espressione può apparire
arrischiata, non foss’altro perché rompe nettamente con
il tema della socializzazione. L’espressione non vuol dire
che la scuola è un mercato dove s’incontrano un’offerta e
una domanda, immagine che sarebbe palesemente sba-
gliata, dato che l’allievo ha pochi mezzi per modificare
un’offerta che non si definisce come tale, ma corrisponde
ai valori cui il ragazzo deve conformarsi per diventare un
essere sociale civilizzato.
Essa sottolinea invece con forza che una scuola del Sog-
getto non può limitarsi a imporre agli allievi norme e a
delegare agli insegnanti poteri il cui limite è stabilito solo
dal potere politico. La scuola deve riconoscere l’esisten-
za di domande individuali e collettive, invece di ritenere
che, prima della sua socializzazione attraverso la scuola,
l’individuo sia un selvaggio.
Il ragazzo che entra a scuola non è una tabula rasa
1
sulla
quale l’educatore imprimerà delle conoscenze, dei sen-
timenti e dei valori. In ogni momento della sua vita, il
ragazzo possiede una storia personale e collettiva che ha
sempre delle caratteristiche particolari […].
Il secondo 
principio
della scuola 
del soggetto 
Il secondo principio riguarda il passag-
gio da una scuola imperniata sulla cul-
tura e sui valori della società a un’istru-
zione che attribuisce un’importanza
centrale alle diversità e al riconosci-
mento dell’Altro, a cominciare dalla comunicazione fra ra-
gazzi e ragazze o fra giovani di età diversa per arrivare a tutte
le forme di comunicazione interculturale. A un’istruzione
nazionale si contrappone quella che Edgar Morin
2
chiama
dimensione dialogica della cultura contemporanea, il che
presuppone una scuola socialmente e culturalmente eteroge-
nea.
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