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serie di tematiche divenute “canoniche”, che formano tuttora il nucleo stabile della ri-
cerca sociologica (per esempio l’organizzazione del lavoro, l’ordinamento del potere, le
pratiche religiose), e da cui si distinguono altre tematiche da considerare più “di confi-
ne”, maggiormente legate alla personalità dello studioso che le ha prese in esame o alla
condizione storica particolare di un certo Paese o di una certa epoca.
Infine ai classici va il merito di aver tracciato dei
confini chiari rispetto alle discipline
contigue
, nel senso che grazie a essi è maturata la consapevolezza dell’autonomia spe-
cifica della sociologia nei confronti delle ricerche economiche, psicologiche o politiche.
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Émile Durkheim
Émile Durkheim (1858-1917) studia le grandi trasformazioni che, alla fine del XIX
secolo, stanno interessando la società europea e in particolare quella francese, in cui
egli vive. Ciò che gli interessa capire sono soprattutto le forze che tengono coesa una
società, impedendo agli interessi dei singoli di entrare in conflitto e provocarne la di-
sgregazione. A tali forze egli dà il nome di
solidarietà
: una collettività è tanto più “so-
lidale” quanto più si comporta in maniera coesa.
La società preindustriale
Osservando le trasformazioni avvenute nelle società europee
con l’industrializzazione, egli nota che le forze di coesione sociale sono almeno di due
tipi. Nella società preindustriale, le persone vivevano in gruppi relativamente piccoli e
Q
ualche domanda
Con quali tipi di
problemi hanno
dovuto confrontarsi
i sociologi cosiddetti
“classici”?
Quali sono le
coordinate di
riferimento che gli
autori classici della
sociologia hanno
dato alla disciplina?
I protagonisti
della sociologia
Émile Durkheim
individualità, caratterizza le società conuna
ridottadivisionedel lavoro. Al contrario, nel-
le società moderne, caratterizzate da una
fortissimadivisionedel lavoro, la solidarietà
non si fonda più sull’uguaglianza ma sulla
differenza e prevale una solidarietà di tipo
L’autore
Émile Durkheim (1858-1917),
dopo aver compiuto gli studi alla Scuola
Normale Superiore a Parigi insieme allo
storico socialista Jean Jaurès e al filosofo
Henri Bergson nel 1887 diviene titolare
della cattedra di Scienza sociale a Borde-
aux. Nel 1898 fonda
L’année sociologique
,
una delle prime e più importanti riviste di
argomento sociologico, che dirige sino al
1910. Nel 1906 diventa professore di socio-
logia all’università parigina della Sorbona.
Lo scoppio della Prima guerra mondiale lo
getta inuno statodi depressione, sentimen-
to che aumenta nel 1916 quando perde il
figlio André, caduto sul fronte.
Le opere e il pensiero
Autore di opere
fondamentali della sociologia, delinea i
fondamenti sociologici del suo pensiero
nell’opera
La divisione del lavoro sociale
(1893). Secondo Durkheim nella storia
dell’umanità si possono riconoscere due
tipologie differenti di rapporti sociali, che
egli chiama“solidarietà”. La solidarietàmec-
canica, tipicadelle societàpremodernenel-
le quali non vi è spazioper le differenze e le
organico. Nel 1895 pubblica
Le regole del
metodo sociologico
dove esamina il fatto
sociale, sostenendo come esso non possa
essere ridotto ai fatti psicologici ebiologici.
ComeaffermaDurkheim: «un fatto sociale si
riconoscedal poteredi coercizione esterno
che essoesercita [...] sull’individuo». Ciò che
crea il fatto sociale èdunque la coercizione.
Verso la fine dell’Ottocento Durkheim ela-
bora l’importante concetto di anomia, che
si verifica quando si infrange un equilibrio
sociale (e ciò avviene quando si ha una ca-
renzadi norme sociali). Attraverso l’anomia
il sociologo francese studia il fenomenodel
suicidionel suocelebre saggiodel 1897. Se-
condoDurkheim
«
ogni società è predispo-
sta a fornireun contingentedeterminatodi
morti volontarie. Questa predisposizione
può quindi essere oggetto di uno studio
particolare di competenza della sociolo-
gia, ed è appunto questo lo studio che ci
accingiamo a compiere». Nella sua ultima
grande opera, infine,
Le forme elementari
della vita religiosa
(1912) studia la religione
come se fosse un fatto sociale creando un
parallelismo tra vita sociale e vita religiosa.
Émile Durkheim.
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