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L’ordine sociale
La regolarità temporale
Le norme sociali portano con sé un secondo elemento fon-
damentale di ogni società, chiamato normalmente ordine sociale.
Nessuno di noi si addormenta la sera senza sapere che cosa lo aspetta il giorno seguente.
Forse non ha elaborato un piano dettagliato, con la minuziosa descrizione del da farsi, ma
senz’altro avrà un’idea abbastanza precisa di ciò che potrà accadere; a che ora si sveglierà,
se mangerà o non mangerà, se andrà a scuola o al lavoro. Ciò significa che le persone non
vivono nel caos, ma che esiste un
ordine sociale
, vale a dire una sorta di
equilibrio con-
diviso
, per quanto provvisorio,
grazie a cui la vita può svolgersi secondo ritmi usuali
e riconoscibili
. Quest’ordine è qualcosa che gli individui non si sono dati da soli, seb-
bene, con le loro azioni, contribuiscano a mantenerlo. Se lo sono trovato, per così dire,
come una caratteristica distintiva della società della quale fanno parte (l’ora della sveglia
è determinata dall’ora di inizio della scuola; il pasto della prima colazione dipende da ciò
che si trova sugli scaffali dei negozi, e che viene prodotto dall’industria alimentare). L’or-
dine sociale è la condizione che consente alla medesima vita quotidiana di assumere un
significato, ma insieme è ciò che permette agli individui di fare programmi per il futuro,
vicino o lontano che sia. Se uno studente prevede di passare il pomeriggio sui libri, pro-
babilmente la sera potrà mettere in agenda un’uscita con gli amici o concedersi la visione
di un film, che magari aveva atteso da qualche settimana. Per poterlo fare, deve contare
su un comportamento costante e prevedibile, cioè
ordinato
, da parte degli altri (che gli
amici abbiano voglia di uscire la sera, che il cinema resti aperto).
Se si guarda l’ordine sociale “dall’esterno”, insomma, non è difficile diagnosticare la
presenza di una
routine
, di eventi che costantemente si ripetono, con poche variazioni
sul tema. Dal punto di vista del soggetto che agisce, invece, il perdurare di un ordine
siffatto è strettamente legato all’osservanza di precise regole di condotta, perché sono
gli esseri umani, con le azioni che li rendono protagonisti, a realizzarlo.
L’esistenza di ciascuno
, in altri termini,
è caratterizzata da una regolarità tempora-
le
, scandita da una serie di impegni che ne strutturano la giornata. Se uno non li rispet-
tasse potrebbero verificarsi delle conseguenze spiacevoli. L’impiegato di banca che non
riesce a presentarsi in orario per l’apertura dello sportello, dopo qualche rimostranza
ufficiale del proprio direttore verrebbe inesorabilmente licenziato, perché incapace di
tenere fede agli obblighi previsti dal contratto di lavo-
ro che pure ha sottoscritto. La gestione del tempo, in
sostanza, si basa sul presupposto che le persone si assu-
mano precise responsabilità e le mantengano.
Il coordinamento delle attività
La presenza di un con-
testo socialmente ordinato consente inoltre di coordi-
nare attività completamente diverse, che di per sé non
hanno nulla in comune.
Gli studiosi delle organizzazioni, in proposito, sono so-
liti parlare di processi di
differenziazione
e di
integra-
zione
. La differenziazione riguarda la specializzazione di
ciascun soggetto (il professore insegna, la collaboratrice
scolastica tiene pulito l’ambiente, l’impiegato attende alle
pratiche amministrative). L’integrazione concerne il co-
ordinamento di tutte queste attività le quali, altrimen-
L’esistenza di ciascuno di
noi è caratterizzata da una
regolarità temporale, scandita
da una serie di impegni che ne
strutturano la giornata.
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