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Unità 1
I suoni e le lettere della lingua italiana
6.3
La pròstesi
La
pròstesi
è un fenomeno fonetico consistente nell’aggiunta di una vocale (detta
prostetica
) all’inizio di una parola iniziante per consonante, per evitare l’incontro
con la consonante finale di una parola precedente:
Per favore, mettimelo per
i
s
critto.
La pròstesi è oggi ridotta soltanto all’aggiunta della vocale
i
davanti a parole inizianti
per
s
+ consonante, quando la parola precedente è la preposizione
in
, ma anche in
questo caso è sempre meno usata:
in Ispagna
,
in istrada
,
in ispecie
.
6.4
Il rafforzamento sintattico
Il
rafforzamento sintattico
(o
consonantico
) è il
fenomeno fonetico per cui,
nella lingua parlata, una consonante iniziale di parola
, quando è preceduta da
determinate parole uscenti in vocale,
può rafforzarsi, cioè può essere pronun-
ciata come doppia
:
sto
bb
ene a
cc
asa si
ff
atto contra
dd
ire
Pressoché normale nell’italiano parlato dell’Italia centro-meridionale e quasi inesisten-
te nell’Italia settentrionale, esso si ha per lo più quando la parola che precede quella
iniziante per consonante è
una parola tronca (
sarò breve
sarò bbreve
) oppure un
monosillabo tonico, anche se non porta l’accento grafico (
sto male
sto mmale
;
ho
visto
ho vvisto
;
è vero
è vvero
) o un monosillabo atono, come
e
,
o
,
ma
,
se
,
che
,
chi
,
a
,
tra
,
fra
(
a Roma
a rroma
;
chi sei?
chi ssei?
).
Talvolta, quando alcune delle parole sopra citate si uniscono ad altre parole inizianti
per consonanti a formare dei composti stabili, il
rafforzamento sintattico è registrato
anche dalla grafia
.
Ciò succede:
con
e
così
: si
ff
atto, cosi
dd
etto;
con
fra
: fra
pp
orre, fra
tt
anto;
con le congiunzioni
e
,
o
,
: e
bb
ene, e
pp
ure, o
pp
ure, o
ss
ia, ne
mm
eno, ne
pp
ure;
con le preposizioni
a
,
da
e
su
: a
ll
o, a
tt
errare, a
dd
osso, da
ll
o, da
ff
are, da
pp
rima,
da
vv
ero, su
pp
orre, su
cc
itato;
con gli avverbi
e
più
: la
gg
iù, la
ss
ù, piu
tt
osto, piu
cc
heperfetto;
con
sopra-
,
sovra-
e
contro-
: sopra
tt
utto, sopra
ll
uogo, sopra
nn
ome, sopra
vv
ivere,
sovra
pp
orre, contra
dd
ire, contra
ff
are, contra
cc
olpo.
Si vedano anche composti come “chi
cc
he
ss
ia”, “chi
ss
à”, “pre
ss
a
pp
oco”, “fa
bb
isogno”,
“se
bb
ene”, “se
pp
ure”, in cui vari bisillabi e monosillabi provocano il rafforzamento sin-
tattico delle consonanti che li seguono. Naturalmente, non mancano le eccezioni: così,
caffelatte
è più comune di “caffe
ll
atte”. Frequenti sono anche le oscillazioni di grafia, ma
ormai forme come “sopra
tt
utto”, “sopra
nn
ome”, “contra
dd
ire”, “pressa
pp
oco” e simili
sono di gran lunga preferite alle forme senza rafforzamento consonantico. Si ricordi
che
intra-
non pratica rafforzamento
:
intravedere
,
intraprendere
. L’apparente eccezione
intrattenere
si spiega con il fatto che la parola è sentita come composta da
in + trattenere
anziché da
intra
+
tenere
.
Un tipo particolare
di rafforzamento
sintattico: la d eufonica
La congiunzione e, la prepo­
sizione a e, meno frequen­
temente, la congiunzione o,
quando, nella catena fonica,
sono seguite da una parola
iniziante per vocale, possono
acquistare una d e trasfor­
marsi in ed, ad, od: “taci
ed ascolta”; “questo treno
va ad Ancona?”; “dolce od
amaro?”.
Questa
d
è chiaramente una
consonante
eufonica
(dal
greco euphonía, ‘bel suono’),
cioè una consonante che ha
la funzione di evitare il suono
sgradevole prodotto dall’in­
contro di due vocali consecu­
tive e altro non è che l’esito
fonetico delle consonanti t e
d delle forme originarie latine
et, aut, ad.
Molto usate fino a qualche
decennio fa, le forme eufo­
niche ed, ad, od sono oggi
di uso sempre meno fre­
quente: od è quasi del tutto
scomparsa, ed e ad sono
sentite co­me forme lette­
rarie e preziose. Resistono
soltanto, e vale la pena di
utilizzarle, quan­­do evitano
incontri cacofonici come
e-e, a-a, o-o.
Per non sbagliare