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Unità 1
I suoni e le lettere della lingua italiana
osservazioni
Il
circonflesso
/â/ non è un accento, perché non indica alcuna elevazione della
voce in prossimità della sillaba cui viene apposto, ma un segno grafico che veniva usato per
indicare la contrazione di una sillaba all’interno (
sìncope
) o alla fine di una parola (
apòcope
),
in termini tipici del linguaggio poetico:
fûro
(per
furono
),
finîr
(per
finirono
). Il circonflesso,
inoltre, veniva usato, fino a poco tempo fa, anche per indicare la
contrazione
delle due
i
nel
plurale dei nomi in -
io
:
studî
per
studii
,
indizî
per
indizii
e, soprattutto,
principî
per
principii
(oggi si preferisce
princìpi
o addirittura il semplice
principi
, lasciando al contesto il compito
di chiarire eventuali equivoci).
5.1
L’uso dell’accento
In italiano, l’accento
si fa sempre sentire
nella pronuncia, attraverso l’innalzamento
della voce, ma generalmente
non si segna
. Ci sono però delle
eccezioni
.
Di fatto, l’accento, nella forma di
accento
grave
`
o di
accento acuto
´
a seconda che cada
su una vocale aperta (
à
,
ì
,
ù
,
è
,
ò
) o su una vocale chiusa (
é
,
ó
), è
obbligatorio
:
su
tutte le parole tronche
: one
stà
, bon
, caf
, liber
, per
ché
, mezzo
;
sui
monosillabi che terminano con un dittongo
(
più
,
può
,
piè)
o con
due grafemi
vocalici contigui
:
ciò
,
già
,
giù
,
scià
. Fanno eccezione
qui
e
qua
che si scrivono senza
accento;
sui seguenti
monosillabi
, per distinguerli da altri di forma uguale ma di significato
diverso:
(dal verbo
dare
)
da
(preposizione)
(nome = “giorno”)
di
(preposizione)
è
(dal verbo
essere
)
e
(congiunzione)
(avverbio)
la
(articolo, pronome personale e nota musicale)
(avverbio)
li
(pronome personale)
(congiunzione)
ne
(pronome personale e dimostrativo e avverbio)
(pronome)
se
(congiunzione)
(avverbio)
si
(pronome personale riflessivo e nota musicale)
(nome = “bevanda”)
te
(pronome)
sui composti di
tre
,
re
,
blu
e
su
: venti
tré
, vice
, rosso
blù
, quas
;
sull’interiezione
altroché
, composto di
che
.
Quando si usa l’accento acuto e quando quello grave
“Mangi una pèsca o una pésca?”
Come si vede dagli esempi l’accento è di due tipi: l’
accento grave
`
,
che è quello più usato, indica un suono aperto e si usa sulle vocali
a
,
i
,
u
(bontà, mezzodì, lassù) e sulle vocali
e
e
o
di suono aperto: è (= voce
del verbo essere), caffè, pèsca (= il frutto), vòlto (= participio passato di
volgere); l’
accento acuto
´
si usa solo sulle vocali
e
e
o
chiuse e indica un
suono chiuso: perché, né, pésca (= l’azione di pescare), vólto (= il viso).
“Caffé” o “caffè”?
Che accento si segna sulle parole tronche?
Sulle parole tronche in
a
,
i
,
u
,
e
,
o
si segna sempre l’accento grave, perché
tali vocali hanno un suono aperto (onestà, lì, lassù, caffè, è, cioè, tè, potè,
mangiò, però ecc.).
Fanno eccezione alcune parole tronche in
e
sulle quali, invece, si segna
l’accento acuto perché tali vocali hanno un suono chiuso (perché, né, sé,
scimpanzé ecc.).
Per non sbagliare
Il pronome personale ri­
flessivo
può non essere
accentato quando è segui­
to da stesso (o medesimo).
Oggi, di fatto, la grafia se
stesso tende a prevalere
sulla grafia sé stesso. Ma,
poiché taluni grammatici
suggeriscono di conserva­
re l’accento almeno nelle
forme plurali, perché se
stessi e se stesse potreb­
bero essere confusi con se
(io) stessi e se (egli) stes-
se, la cosa migliore da fare
è
accentarlo sempre
.