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1. Wittgenstein e la tradizione empiristica
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T3
La verità come concordanza con i fatti
Wittgenstein affronta qui il problema di quali siano le condizioni alle quali le nostre im-
magini della realtà possono essere applicate a essa ed essere, quindi, dotate di senso e
vere. Risolvere tale problema serve per definire le condizioni per cui il linguaggio, im-
magine del mondo, possa dirsi dotato di senso.
Per Wittgenstein un’immagine è dotata di significato se ha una forma analoga a quel-
la della realtà.
Essere dotato di senso non equivale però a essere vero. La verità di un’immagine non
dipende solo dalla forma della rappresentazione, ma anche dalla sua concordanza con
la realtà rappresentata. Applicato al linguaggio, ciò significa che una proposizione è ve-
ra se raffigura un fatto sussistente.
da
L. Wittgenstein
,
Tractatus logico-philosophicus
,
cit., pp. 29-32
5
10
15
20
25
30
2.1 Noi ci facciamo immagini dei fatti
1
.
2.11 L’immagine presenta la situazione nello spazio logico
2
, il sussiste-
re e non sussistere di stati di cose
3
.
2.12 L’immagine è un modello della realtà.
2.13 Agli oggetti
4
corrispondono nell’immagine gli elementi dell’im-
magine.
2.131 Gli elementi dell’immagine sono rappresentanti degli oggetti
nell’immagine.
2.14 L’immagine consiste nell’essere i suoi elementi in una determina-
ta relazione l’uno con l’altro. [...]
2.15 Che gli elementi dell’immagine siano in una determinata relazio-
ne l’uno con l’altro rappresenta che le cose sono in questa relazione
l’una con l’altra.
Questa connessione degli elementi dell’immagine io la chiamo la strut-
tura dell’immagine; la possibilità di questa struttura io la chiamo la
forma di raffigurazione dell’immagine
5
.
2.151 La forma di raffigurazione è la possibilità che le cose siano l’una
con l’altra nella stessa relazione che gli elementi dell’immagine.
2.1511 È così che l’immagine è connessa con la realtà; giunge ad essa.
2.1512 Essa è come un metro apposto alla realtà.
2.15121 Solo i punti estremi delle righe di graduazione toccano l’og-
getto da misurare. [...]
2.16 Il fatto, per essere immagine, deve avere qualcosa in comune con
il raffigurato.
2.161 Nell’immagine e nel raffigurato qualcosa dev’essere identico, af-
finché quella possa essere un’immagine di questo.
2.17 Ciò che l’immagine deve avere in comune con la realtà, per po-
terla raffigurare – correttamente o falsamente – nel proprio modo, è la
forma di raffigurazione propria dell’immagine.
2.171 L’immagine può raffigurare ogni realtà della quale ha la forma.
[...]
2.21 L’immagine concorda o non concorda con la realtà; essa è corret-
ta o scorretta, vera o falsa.
2.22 L’immagine rappresenta ciò che rappresenta, indipendentemente
Lessico,
Retorica
F
O
C
U
S
1.
I fatti complessi, cioè quel-
li composti da fatti elementa-
ri (stati di cose).
2.
Sul piano logico, cioè for-
male.
3.
Fatti semplici o elementari;
sono costituiti da un nesso di
oggetti e possono combinarsi
tra loro in fatti più complessi.
4.
Elementi semplici e co-
stanti, che non cambiano nel-
le connessioni in cui si presen-
tano; possono combinarsi in
modi diversi per dare luogo ai
vari stati di cose.
5.
La si può intendere come
l’insieme dei mezzi espressi-
vi con cui qualcosa viene raf-
figurato.
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