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Il secondo Novecento
La filosofia di Wittgenstein:
slancio etico o rifiuto
di ogni etica?
Intrecciata da sempre all’indagine teoretica, la
questione morale
assume una connotazione peculiare con l’avven-
to delle
filosofie analitiche
e del
linguaggio
. Decidere se la filosofia di
Wittgenstein
apra a una nuova concezione
dell’etica o se piuttosto ne sia una negazione senza appello, che la allontana dalle sue vesti classiche e cioè dalla
sua capacità di conoscere e orientare l’uomo nel difficile cammino delle scelte morali, è questione ampiamente di-
battuta. Se da un lato, infatti, Wittgenstein intende la
filosofia
come una disciplina in grado di
chiarire
le
proposi-
zioni della scienza
, e dunque i fatti concreti, è d’altra parte vero che l’autore del
Tractatus
non nasconde il suo in-
teresse per i
temi dell’etica
. Ne è ampia testimonianza il ricorso alla figura del
Mistico
, che sembra quasi collocare
la dimensione dell’etica a un livello superiore e come tale indipendente dalla rigidità del sistema logico-proposizio-
nale. Rispetto a questo complesso intreccio teorico, la critica si è nettamente divisa: alcuni interpreti hanno inteso
tale ricorso come il segno di una
debolezza interna
al
sistema logico
, una debolezza intellettualmente incompren-
sibile; altri, invece, lo hanno letto tanto come la consapevolezza della irriducibilità dell’etica a un sistema empirico,
quanto come l’
apertura
a una
prospettiva metafisica
che renderebbe la figura di Wittgenstein unica nel panora-
ma degli studi analitici di stampo anglosassone.
La presenza di temi etici nel
Tractatus
è segno
di una debolezza nel coerente sistema logico di Wittgenstein
Il metodo giusto per insegnare filosofia, dice Wittgenstein, sarebbe limitarsi al-
le proposizioni delle scienze, formulate con la maggiore chiarezza e la maggio-
re esattezza possibili, lasciando le asserzioni filosofiche al discepolo e dimo-
strandogli, ogni volta che egli faccia delle asserzioni filosofiche, che esse sono
prive di significato. […] la ragione per la quale noi esitiamo ad accettare le tesi
di Wittgenstein, nonostante i vigorosissimi argomenti da lui addotti a sostegno
di essa […] è che Wittgenstein, nonostante tutto, riesce a dire molte cose intor-
no a ciò che non può essere detto, suggerendo così al lettore scettico che forse
vi possa essere una qualche scappatoia, attraverso una gerarchia di linguaggi o
per altra via. Tutta la materia dell’etica, ad esempio, è da Wittgenstein ubicata
nella regione mistica, inesprimibile. E, tuttavia, egli riesce a comunicare le pro-
prie opinioni etiche. Wittgenstein potrebbe difendersi replicando che ciò, che
egli chiama il Mistico, può essere mostrato, pur non potendo essere detto. Può
essere una difesa plausibile. Tuttavia, io non posso non confessare che essa mi
lascia una sensazione di disagio intellettuale.
* a.c. di A.G. Conte, Einaudi, Torino 1998
Tesi 1
- BERTRAND RUSSEL
da
Introduzione
a L. Wittgenstein
,
Tractatus
logico-philosophicus
*
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