1. Wittgenstein e la tradizione empiristica
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LA “LEGGE DI HUME”
PIAnO DEI FATTI
(o dell’
essere
)
descrizioni
PIAnO DEI VALORI
(o del
dover essere
)
prescrizioni
non si dà passaggio logico da un piano all’altro
Contro tutte queste concezioni etiche Moore usa un argomento: il cosiddetto argomento
della “domanda aperta”. Se, per esempio, “buono” significasse ciò che è “più evoluto”, non
avrebbe senso chiedere: “Ciò è più evoluto, ma è buono?”. Domande di questo tipo sono
invece ammissibili, cioè aperte. Ciò dimostra l’errore di tutte queste teorie etiche.
Quindi il termine “buono” indica una proprietà che ha tre caratteristiche:
•
è
semplice
•
è
non naturale
•
non è definibile attraverso il rimando ad altre proprietà
.
Questa proprietà viene conosciuta attraverso l’intuizione. Proprio perché sono fondati su
un’
intuizione immediata
, i giudizi morali contengono una
conoscenza genuina
. Per que-
sta ragione, l’
etica
può divenire una
scienza
.
PER SInTETIZZARE
• Quali sono, secondo Moore, i compiti dell’etica?
• Quali sono, secondo Moore, le caratteristiche peculiari del termine “buono”?
• Quale argomento viene usato da Moore per mostrare che è sbagliato definire “buono”
attraverso altre proprietà (naturali o soprasensibili)?
PER RIFLETTERE
• Se, come sostiene Moore, il termine “buono” indica una proprietà che non può essere definita
attraverso il rimando ad altre proprietà e può essere appresa soltanto attraverso un atto
di intuizione, come può essere affrontato il disaccordo tra due persone?
Come è possibile stabilire se sia corretta l’intuizione dell’una o quella dell’altra?
• Spiega quale sarebbe, a tuo avviso, la risposta di Moore a questa domanda.
2.1.4 I criteri della condotta
Ma, come si è visto, rispondere alla domanda “Che cosa è buono?”
significa anche chiedersi quali cose siano buone. All’individuazione delle cose buone e dei crite-
ri in base ai quali stabilire quando un’azione è giusta Moore dedica grande attenzione. Tuttavia,
non è compito dell’etica proporre un elenco delle cose buone: l’
etica
si limita a definire i
criteri
generali
in base ai quali ognuno può valutare se una cosa è buona e se un’azione è giusta.
Innanzitutto, nel dire che una cosa è buona occorre distinguere se è “buona in se stessa” o
è “buona come mezzo” per realizzare altre cose buone in sé. Dobbiamo cioè distinguere se
stiamo parlando:
•
del suo
valore intrinseco
•
del suo
valore strumentale
.
L’argomento della
“domanda aperta”
L’etica come scienza
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