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Sovietica all’Occidente. Ma la riforma arriva troppo
tardi e l’Urss entra in una crisi politica irreversibile
che ha come conseguenza la nascita di nuovi Sta-
ti nei Paesi dell’ex blocco sovietico e infine lo scio-
glimento dell’Urss nel 1991.
L’unificazione dell’Europa
In quegli stessi anni arriva a compimento anche il
processo di costruzione dell’Unione Europea. Ini-
ziato con l’elezione del Parlamento europeo (1979),
il processo di integrazione è proseguito nel 1992
con il Trattato di Maastrich; con la nascita dell’unità
monetaria e l’introduzione dell’euro nel 1999; con
la firma del Trattato di Lisbona, firmato nel 2007
ed entrato in vigore nel 2009.
La globalizzazione
Sul piano economico, agli inizi degli anni Settan-
ta, avviene una svolta rispetto al modello del dopo-
guerra, dovuta al sommarsi di alcuni fattori di cri-
si: inflazione, crisi petrolifera, aumento della con-
flittualità sociale, crisi delle istituzioni economiche
internazionali.
In questo panorama di transizione, però, agli ini-
zi degli anni Ottanta si presentano due importan-
ti novità: una generale ripresa del liberismo eco-
nomico, legato alle politiche economiche di Re-
agan negli Usa e del premier britannico Margaret
Thatcher in Gran Bretagna, e una rivoluzione tec-
nologica e finanziaria, basata sull’elettronica e la
trasformazione del sistema di produzione (abban-
dono del fordismo e passaggio al postfordismo),
di scambi e di comunicazione. L’insieme di questi
fattori ha creato quella interconnessione dell’eco-
nomia mondiale che ha preso il nome di globaliz-
zazione di mercato.
I problemi della globalizzazione
Tra i suoi primi effetti vi sono la crisi del Welfa-
re State e l’emergere di nuove potenze industria-
li e finanziarie, tra cui hanno un ruolo sempre più
importante la Cina, l’India, la Russia, il Brasile e il
Sudafrica. Dopo il 2007/2008 è iniziata però una
grave crisi dell’economia mondiale, ancora irrisol-
ta nel 2012, che potrebbe mettere in discussione il
modello di globalizzazione di mercato realizzato
negli ultimi decenni.
Un mondo unipolare o multipolare?
Inoltre, la fine della contrapposizione tra i blocchi
sembrava aver lasciato come unica potenza mon-
diale gli Usa e molti pronosticavano un’epoca di
pace globale.
Il quadro politico internazionale dopo il 1991 è
stato invece tutt’altro che sereno. In questi decenni
vi sono state tensioni e guerre etniche (ex Jugosla-
via, Ruanda, Cecenia); instabilità politica in molti
Paesi del mondo arabo; conflitti regionali aperti e
apparentemente insolubili, come quello tra israe-
liani e palestinesi che si trascina dalla nascita dello
Stato di Israele nel 1948; terrorismo internaziona-
le di matrice islamica (attentati a New York, 2001;
a Madrid, 2004; a Londra, 2005); guerre intrapre-
se sotto l’egida della Nato, parzialmente fallite (I
guerra del Golfo, 1990-1991) o ancora aperte (Af-
ghanistan, 2001; II guerra del Golfo, 2001).
Nel complesso, pur mantenendo per ora un’egemo-
nia legata alla sua superiorità tecnologica e milita-
re, gli Stati Uniti non sono l’unico polo dell’equili-
brio mondiale e l’intreccio di problemi economici
e i focolai di tensione politica continuano.
2. Il contesto culturale e artistico
2.1 L’
arte
contro
la
forma
Più che da poetiche canonizzate, o da correnti de-
finite, l’arte del secondo Novecento è caratterizzata
da ricerche personali, da gruppi, da manifesti che
L’attacco alle Torri gemelle.
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