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NELLE
città comunali
si realizza la tra-
sformazione della città da luogo in cui la
comunità si rifugia per esigenze di sicurez-
za e difesa a
spazio ideale
di una società
organizzata attorno a un’
istituzione poli-
tica
, cui si affida il rispetto della giustizia
e della concordia tra i suoi cittadini.
Nel
Palazzo Pubblico
di Siena, tra il
1338
e il
1339
, Ambrogio Lorenzetti, pittore uf-
ficiale della Repubblica senese, affresca
nella
Sala dei Nove
(dove si riunisce il
Consiglio dei reggitori del Comune
) l’
Alle-
goria del Buon Governo
– ovvero i
valori
e le virtù del governo repubblicano
– e
quella del
Cattivo Governo
, con i rispettivi
“effetti” sulla città e sul contado. La
città
,
con le sue propaggini nelle campagne cir-
costanti,
diventa il soggetto
di una pittura
che, attraverso il dispiegarsi della realtà
di una città e della sua campagna,
esalta
la bontà del vivere civile
quando l’ammini-
strazione comunale è retta secondo giusti-
zia. Non siamo di fronte alla celebrazione
di Siena o del Governo dei Nove, bensì alla
dimostrazione di un argomento proprio
della teoria politica del mondo comunale:
dove la giustizia è tenuta in massima con-
siderazione nascerà ogni bene per i suoi
cittadini, mentre dove le si preferisce la
tirannia avverrà ogni sorta di sciagure. Il
Comune
pertanto, con i suoi ordinamenti
tesi al bene di tutti,
garante della pace e
della felicità
, diviene per la prima volta
il solo vero
protagonista della pittura.
L’
Allegoria del Buon Governo
di Ambrogio Lorenzetti
Rispondi alle domande
1.
Quale valore apparemassimamente esal-
tato nell’
Allegoria del Buon Governo
?
2.
Che tipo di ordinamento politico aveva
Siena?
3.
Che cosa rappresenta l’affresco con gli
Effetti del Buon Governo
?
4.
Quale forma di governo appare condan-
nata nell’affresco?
L’Allegoria del Buon Governo fa capo alla figura
della Giustizia, alla sinistra dell’affresco, ispirata
dalla Sapienza, la quale sostiene la bilancia da
cui parte una corda che, passando nelle mani dei
24 magistrati della Repubblica, finisce in quelle
del vegliardo seduto a destra su uno scranno:
la giustizia passa per le mani dei reggitori del
Comune.
Nella parete a destra rispetto alla precedente
viene mostrata la città entro cui si riconoscono
alcuni monumenti e luoghi di Siena: non è una
“veduta” perché il realismo delle raffigurazioni
mira a persuadere più che a illustrare. Essa è
infatti la città sicura, allegra, operosa e bella retta
dal buon governo.
Il vecchio barbuto è la personificazione
della città di Siena. Indossa infatti i colori
del gonfalone senese bianco e nero sulle
vesti e sul copricapo. È circondato dalle
Virtù, che simboleggiano la rettitudine
del suo governo, e dalla figura vestita di
bianco della Pace, valore supremo del
Comune senese.
In primo piano un gruppo di figure
danzanti gode dei piaceri del vivere, e
accanto a esse tutti i protagonisti di una
città medievale via via si avvicendano
dentro e fuori le sue mura: calzolai, orafi,
muratori, mercanti, ricchi benestanti a
cavallo, professori e studenti.
Oltre le mura, inseriti in una perfetta
campagna, si vedono i diversi lavori nei campi,
ruscelli e colline coltivate, ville e casolari, e
cacciatori, contadini e pastori. Un generale
senso di pace e di vita ordinata è garantito
dalla Sicurezza che nuda volteggia come una
vittoria alata sul magnifico paesaggio.
LA STORIA NELL’ARTE
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UNITÀ
L’età dei Comuni: apogeo e crisi
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