In questa lettura vogliamo mettere in evidenza come
il principio galileiano di composizione dei movimen-
ti presentato nel paragrafo 8 non fosse un sempli-
ce principio fisico adatto a descrivere i fenomeni di
movimento che hanno luogo sulla Terra ma costitu-
isse un principio essenziale per la difesa del model-
lo copernicano del sistema planetario, di cui Galilei
era un convinto sostenitore. Per giustificare questa
affermazione cominceremo con un passo galileiano
nel quale si stabilisce che il moto di rivoluzione della
Terra attorno al Sole deve necessariamente accom-
pagnarsi al moto di rotazione della Terra su se stessa.
“
[...] alla Terra, dunque, [...] molto acconciamente
si può attribuire il movimento d’un anno, lasciando la
quiete al Sole. [...] E quando ciò sia, segue per necessaria
conseguenza che anco il moto diurno sia della Terra:
imperocché se, stando fermo il Sole, la Terra non si
rivolgesse in se stessa, ma solo avesse il movimento annuo
intorno al Sole, il nostro anno non sarebbe altro che un
giorno ed una notte, cioè sei mesi di giorno e sei mesi di
notte [...]. Vedete poi quanto acconciamente vien levato
dall’universo il precipitosissimo moto delle 24 ore, e come
le stelle fisse, che sono tanti Soli, conforme al nostro Sole
godono una perpetua quiete.
”
G. Galilei,
Dialogo sopra i due massimi
sistemi del mondo
, 1632
L’ipotesi del moto di rotazione della Terra su se stessa
non era però esente da critiche. Fra queste una delle
più significative era tradotta dall’esperienza concet-
tuale dei due cannoni, che in termini attuali può es-
sere descritta nel modo seguente. Si immagini di tra-
sportare due cannoni di identica potenza di fuoco sul-
la linea dell’equatore terrestre e si immagini che que-
sti lancino due proiettili identici mediante un’identica
carica di lancio e da parti opposte (
Figura A
).
Chiameremo caso A quello in cui il proiettile viene
sparato verso destra, caso B quello opposto.
L’esperienza di ogni artigliere del Seicento indica-
va con certezza che la gittata dei due proiettili è la
stessa nei due casi e questa constatazione si concilia-
va con l’idea che la Terra si trovasse in uno stato di
quiete assoluta al centro dell’Universo e che, perciò,
fosse il Sole a ruotare intorno ad essa.
Ma supponiamo ora di attribuire alla Terra (come fa-
ceva Galilei) un moto di rotazione su se stessa. Dato
che il suo raggio è molto grande, questo movimento,
a livello locale, si traduce in uno spostamento del-
la superficie terrestre in una direzione praticamente
orizzontale e perciò, nel caso che stiamo esaminando,
supporremo ad esempio che la superficie sulla quale
sono appoggiati i due cannoni si sposti da sinistra a
destra. Poiché il modo di intendere il movimento di
un corpo prima di Galilei consisteva nel ritenere che
tale moto avesse proprietà completamente indipen-
denti dal congegno (cannone, catapulta ecc.) che lo
aveva prodotto, si doveva ammettere che, nel caso in
cui la superficie della Terra si sposta come sopra pre-
cisato, la gittata del proiettile nel caso A fosse decisa-
mente inferiore a quella che si ottiene nel caso B, in
quanto nel primo dei due casi il cannone segue (per
così dire) il proiettile che sta eseguendo il volo, men-
tre nel caso B va in verso opposto. Questa ipotetica
situazione è illustrata dalla sequenza di soggetti ri-
portati in
Figura B
. Le posizioni delle palle sparate dai
Il principiodi composizione
deimovimenti e ladifesa
del sistemacopernicano
verso di rotazione dellaTerra
Figura A
Due cannoni identici sparano due proiettili identici
da parti opposte mentre la Terra ruota in senso orario.
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