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unità 8
la tutela giurisdizionale dei diritti
Il processo “ingiusto” nel cinema italiano
Una crisi della giustizia produce conse-
guenze che travalicano una semplice ana-
lisi dei costi e degli sprechi di un servizio
inefficiente, e si estendono alla fiducia
dei cittadini, alla credibilità delle istituzio-
ni democratiche, allo sviluppo e alla com-
petitività del Paese.
La visione di una giustizia rallentata da
una burocrazia elefantiaca, incapace di
trasparenza, tragicamente disinteressa-
ta alla realtà dei cittadini è proposta in
molte opere della nostra cinematografia:
si pensi alla “confessione” del pretore in-
terpretato da Peppino de Filippo in
Un
giorno in pretura
che alla fine di una gior-
nata di udienze si confronta con il senso
morale del proprio operato, alla grotte-
sca vicenda carceraria del geometra Al-
berto Sordi nel filmdi Nanni Loy
Detenu-
to in attesa di giudizio
o, ancora, al dram-
ma giudiziario di
Processo alla Città
in cui
un giudice istruttore si trova a districare
una fittissima rete di corruzione e di con-
nivenza con la camorra o, infine, alla vo-
lontà psicotica del Capo della Squadra
omicidi (uno straordinarioGianMaria Vo-
lonté) il quale tenta di svelare il meccani-
smo perverso con il quale il Potere – po-
liziesco, politico, giudiziario – esercita il
suo controllo (
Indagine su un cittadino al
di sopra di ogni sospetto
).
STUDIA CON LE IMMAGINI
Sullo sfondo del Palazzo di giustizia di Milano,
le locandine dei film
Processo alla città
, diretto
da Luigi Zampa (1952),
Indagine su un cittadino
al di sopra di ogni sospetto
, diretto da Elio Petri
(1970),
Detenuto in attesa di giudizio
, diretto
da Nanni Loy (1971).