Fenomeni meccanici e loRo inteRpRetazione
A un risultato identico giungerà però anche un
osservatore O
E
esterno alla Terra, che vede questa
muoversi verso la sua destra con velocità
v
r
T
rispetto
a se stesso. Per O
E
, infatti, le velocità della Terra e
dei proiettili sono quelle indicate in
Figura 26
.
Poiché egli considera vero il principio di compo-
sizione dei movimenti, assegnerà al proiettile A la
velocità
v
r
T
+
v
r
S
e al proiettile B la velocità
v
r
T
-
v
r
S
ma non concluderà ipotizzando una diversità delle
gittate dei due proiettili perché egli osserva anche
che la Terra si muove con velocità
v
r
T
e quindi le gittate rispetto ad essa
saranno sempre determinate da una velocità
v
r
S
per il proiettile A e da una
velocità
-
v
r
S
per il proiettile B.
y
x
v
S
v
S
v
T
v
T
v
T
v
T
v
T
– v
S
O
S
O
E
A
B
+
v
T
v
S
–
Figura 26
Rappresentazione
vettoriale delle velocità dei
proiettili e della Terra per
l’osservatore O
E
esterno ad essa.
Difesa di Galilei del moto della Terra
a conclusione di questo paragrafo di carattere preva-
lentemente storico, riteniamo utile proporre alcuni pas-
si tratti dal
Dialogo sopra i due massimi sistemi
(giornata
seconda) nei quali Galilei, tramite un dialogo serrato tra
salviati (che rappresenta la nuova scienza) e simplicio
(che rappresenta la scienza aristotelica) mostra come
non sia necessario ammettere l’immobilità della terra
per spiegare certi fenomeni quali la caduta di un sasso ai
piedi della torre dalla cui sommità è stato fatto cadere o la
caduta di una palla di piombo dalla cima dell’albero di una
nave, sia essa in quiete, sia essa in moto.
nel primo passo è lo stesso salviati a ricordare la descri-
zione aristotelica di questi fenomeni; nei passi successivi
egli sosterrà invece la descrizione galileiana basata, ap-
punto, sul principio di composizione dei movimenti.
“
SALV. Per la piú gagliarda ragione si produce da tutti
quella de i corpi gravi, che cadendo da alto a basso ven-
gono per una linea retta e perpendicolare alla superficie
della Terra; argomento stimato irrefragabile, che la Terra
stia immobile: perché, quando ella avesse la conversion
diurna, una torre dalla sommità della quale si lasciasse ca-
dere un sasso, venendo portata dalla vertigine della Terra,
nel tempo che ‘l sasso consuma nel suo cadere, scorre-
rebbe molte centinaia di braccia verso oriente, e per tanto
spazio dovrebbe il sasso percuotere in terra lontano dalla
radice della torre. Il quale effetto confermano con un’al-
tra esperienza, cioè col lasciar cadere una palla di piombo
dalla cima dell’albero di una nave che stia ferma, notando
il segno dove ella batte, che è vicino al piè dell’albero; ma
se dal medesimo luogo si lascerà cadere la medesima pal-
la quando la nave cammini, la sua percossa sarà lontana
dall’altra per tanto spazio quanto la nave sarà scorsa in-
nanzi nel tempo della caduta del piombo, e questo non per
altro se non perché il movimento naturale della palla posta
in sua libertà è per linea retta verso ‘l centro della Terra
[…]
SALV. Voi dite: «Perché, quando la nave sta ferma, il sasso
cade al piè dell’albero, e quando ell’è in moto cade lontano
dal piede adunque, per il converso, dal cadere il sasso al pie-
de si inferisce la nave star ferma, e dal caderne lontano s’ar-
gumenta la nave muoversi; e perché quello che occorre della
nave deve parimente accader della Terra, però dal cader del-
la pietra al piè della torre si inferisce di necessità l’immobili-
tà del globo terrestre». Non è questo il vostro discorso?
SIMP. È per appunto, ridotto in brevità, che lo rende agevo-
lissimo ad apprendersi.
SALV.
[…]
noi esponghiamo nell’aria, che già si muove, il
sasso, che pur si muove esso ancora con l’istessa velocità,
talché l’aria non gli ha a conferire un nuovo moto, ma solo
mantenerlo, o per meglio dire non impedirlo, il già conce-
pito: voi volete cacciar il sasso d’un moto straniero e fuor
della sua natura; e noi, conservarlo nel suo naturale.
Or ditemi: se la pietra lasciata dalla cima dell’albero,
quando la nave cammina con gran velocità, cadesse pre-
cisamente nel medesimo luogo della nave nel quale casca
quando la nave sta ferma, qual servizio vi presterebber
queste cadute circa l’assicurarvi se ‘l vassello sta fermo o
pur se cammina?
SIMP. Assolutamente nissuno: in quel modo che, per
esempio, dal batter del polso non si può conoscere se altri
dorme o è desto, poiché il polso batte nell’istesso modo nè
dormienti che ne i vegghianti.
SALV.
[…]
Se voi volevi produrre una piú aggiustata esperien-
Un’idea in più
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