Un’idea di...
Orazio
Anteprima
(
Ode
I 11)
Fiorito in piena età augustea, Orazio è il
poeta classico
per eccellenza, il poeta che ha sa-
puto esprimere in versi di squisita fattura un profondo contenuto sentimentale e umano.
Figlio di uno schiavo affrancato, grazie all’istruzione che suo padre gli fece acquisire fu co-
optato nel più importante circolo letterario della capitale, che faceva capo al potentissimo
Mecenate, collaboratore di Augusto. Divenuto così un
uomo importante
, molto vicino ai
centri del potere, Orazio non cessò tuttavia di avvertire la fugacità del tempo e la
precarie-
tà dell’esistenza
.
Questa splendida ode condensa nella formula
carpe diem
un concetto ricorrente in Orazio
ma enormemente impoverito nella comune interpretazione, che lo intende come un sempli-
ce invito a godere la vita. Il poeta, invece, nel dissuadere la giovane Leucònoe dall’interrogare
gli astrologi, intende dire che è ben più saggio carpire alla fuga del tempo l’
attimo che fugge
piuttosto che concepire progetti per un domani che non è soggetto al controllo degli uomini.
Il testo appartiene al primo dei quattro libri delle
Odi
, che rappresentano la più significati-
va raccolta lirica oraziana, ma condivide i temi e lo stile di tutta la poesia di Orazio. Il sen-
so del
tempo che fugge
, l’invito a conquistare la
libertà interiore
rinunciando ad aspetta-
tive incompatibili con le umane possibilità, e, sullo sfondo, la
prospettiva della morte
che
incombe sono tematiche ricorrenti nel poeta.
Sul
piano stilistico
il componimento denota la concentrazione e l’equilibrio tipicamente
oraziani, mentre l’aspirazione a conseguire la massima espressività con il minimo di parole
si manifesta nelle cosiddette
callidae iuncturae
, espressioni lapidarie che condensano in lim-
pide forme una sapienza di origine lontana destinata a diventare proverbiale.
Carpe diem
ne
è uno degli esempi più illustri.
L’autore
Il testo…
… come modello
04 Orazio 150-244.indd 161
01/12/